Politica estera

"Riapriamo due valichi". La mossa della Finlandia con la Russia: cosa cambia

Il governo di Helsinki ha anche precisato che il resto dei passaggi rimarrà chiuso. Il governo di Mosca continua a negare di aver utilizzato i migranti come un'arma di guerra ibrida

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Parziale distensione in Scandinavia, al confine nord-orientale dell’Europa. Il governo finlandese del primo ministro Petteri Orpo ha annunciato di voler mantenere il confine con la Russia chiuso, “ad eccezione di due valichi di frontiera”. Un passo indietro, dunque, rispetto al blocco totale dei passaggi tra i due Paesi deciso da Helsinki in risposta all’ondata di migranti spinta dal Cremlino verso la frontiera con lo Stato scandinavo. La riapertura era già stata prevista per il 13 dicembre, ma non era ancora noto quanti punti di passaggio sarebbero tornati ad essere transitabili.

La Finlandia aveva denunciato questa strategia di Vladimir Putin, additandola come una forma di guerra ibrida già a novembre, dopo mesi in cui numerosi cittadini iracheni, yemeniti e di altre nazionalità avevano passato illegalmente il confine. Inizialmente Helsinki aveva ordinato il blocco di soli quattro valichi, per poi sigillare tutti i 1.300 chilometri che la separano dalla Federazione. In aiuto del Paese nordeuropeo erano giunte anche Frontex, con l’invio di 50 agenti, e la Polonia, che il 29 novembre aveva annunciato l’invio di un contingente di militari con funzioni operative e di consiglieri. Supporto per la Finlandia era stato espresso anche dal segretario della Nato Jens Stoltenberg, che aveva accusato Mosca di utilizzare i migranti come “uno strumento di pressione”.

La Russia ha sempre negato di aver utilizzato i clandestini come arma per destabilizzare la nazione confinante, definendo “provocatorie” le misure adottate dalla Finlandia. Il presidente della Duma di Stato Vyacheslav Volodin aveva persino accusato Helsinki di aver fatto calare “una cortina di ferro” e di “punire soprattutto i propri cittadini, privando il Paese dell'opportunità di svilupparsi”. Secondo le indagini del quotidiano finlandese Iltalehti, però, le ambasciate della Federazione avrebbero rilasciato visti alle persone provenienti dal Corno d’Africa, in modo da permettere loro di entrare in Russia e continuare il loro viaggio verso il confine scandinavo con l’aiuto dei servizi di sicurezza di Mosca. Il governo di Helsinki ha stimato che, nel solo mese di novembre, più di 600 persone siano entrate illegalmente nello Stato.

La tensione al confine tra i due Paesi si è innalzata fin dallo scoppio del conflitto in Ucraina.

Nel 2022, infatti, l’allora premier Sanna Marin aveva annunciato lo stanziamento di 400 milioni di euro per la costruzione di un muro di tre metri con filo spinato e telecamere, oltre a ordinare restrizioni per i turisti di nazionalità russa.

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