Politica estera

Sanzioni ai produttori di droni e missili: la mossa degli Usa contro l'Iran

Il dipartimento del Tesoro americano ha preso di mira quattro entità, di cui due con sede ad Hong Kong, attivamente responsabili del sostegno alle milizie sciite filo-Teheran e ai pasdaran

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Mentre ancora si attende la risposta militare degli Stati Uniti contro l’Iran e i suoi proxy per la morte di tre soldati americani in Giordania, l’amministrazione Biden continua la sua guerra economica contro il regime degli ayatollah. Il dipartimento del Tesoro ha disposto nuove sanzioni contro la Repubblica islamica, indirizzate in particolare alla sua rete di produzione di missili e droni.

Nel mirino degli Usa sono finite quattro entità con sede in Iran e a Hong Kong, impegnate in modo attivo nel sostegno delle milizie sciite e dei pasdaran, i guardiani della Rivoluzione. “La continua proliferazione da parte dell'Iran di armi convenzionali avanzate, compresi i droni e i missili che prendono di mira i soldati statunitensi, rimane una minaccia critica per la stabilità della regione”, ha dichiarato il sottosegretario al Tesoro per il terrorismo e l'intelligence finanziaria Brian E. Nelson. “Non esiteremo a sfruttare la nostra gamma completa di strumenti per interrompere le reti di approvvigionamento illecito che forniscono i componenti per questi sistemi d'arma, nonché a ritenere responsabili coloro che cercano di esportare queste armi a gruppi terroristici”.

Martedì 30 gennaio, il presidente Joe Biden ha dichiarato di ritenere l’Iran responsabile dell’attacco che ha causato la morte dei tre militari americani “nel senso che stanno fornendo le armi alle persone che lo hanno fatto”. Come entità leader dell’”asse della resistenza”, infatti, la Repubblica islamica ha rifornito di equipaggiamento, addestramento e supporto tutte le milizie sciite che operano in Iraq e Siria, oltre a gruppi di maggiore importanza come gli Hezbollah libanesi, Hamas e gli Houthi dello Yemen, tornati in primo piano nello scenario internazionale visti i loro continui attacchi alle navi mercantili che transitano nel Mar Rosso.

Alcuni terroristi catturati nella Striscia di Gaza hanno ammesso di essere stati addestrati all’utilizzo di specifiche armi, come fucili di precisione e lanciarazzi, proprio nel territorio dell’Iran. Ufficiali statunitensi, inoltre, sono convinti che gli ayatollah forniscano il supporto d'intelligence ai ribelli yemeniti necessario a conoscere la posizione dei mercantili, per poi bersagliarli con missili e droni. Il 16 gennaio, inoltre, i Navy Seal americani hanno intercettato e sequestrato al largo della Somalia un’imbarcazione carica di componenti per armi di fabbricazione iraniana destinati agli Houthi.

Un’indicazione del fatto che la Repubblica islamica mantiene tutt’oggi il suo ruolo di leader e sponsor dell’asse del terrore, nonostante le dichiarazioni di molteplici funzionari degli ayatollah secondo cui le varie organizzazioni sciite agiscono in modo indipendente.

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