Schiaffo di Trump a Putin: "L'8 maggio sarà il Giorno della vittoria contro il nazismo"

Secondo il presidente Usa, nessuno ha contribuito più dell'America durante la Seconda guerra mondiale. La replica di Mosca: "Sciocchezza pretenziosa"

Schiaffo di Trump a Putin: "L'8 maggio sarà il Giorno della vittoria contro il nazismo"
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Duro colpo di Donald Trump a Vladimir Putin, quando mancano ormai pochi giorni alla parata del 9 maggio di Mosca per celebrare la vittoria sovietica nella Seconda guerra mondiale. Un momento che lo zar ha sempre usato per mostrare la forza e l’unità della Russia, e particolarmente importante quest’anno perché nella capitale della Federazione arriveranno 20 leader stranieri, tra cui il cinese Xi Jinping.

“Molti dei nostri alleati e amici celebrano l'8 maggio come Giorno della Vittoria, ma noi abbiamo fatto di gran lunga più di qualsiasi altro Paese nel portare a termine la Seconda Guerra Mondiale”, ha scritto il presidente Usa su Truth. “Con la presente, rinomino l'8 maggio come Giorno della Vittoria per la Seconda Guerra Mondiale e l'11 novembre come Giorno della Vittoria per la Prima Guerra Mondiale". Trump ha sottolineato “nessuno è stato vicino a noi in termini di forza, coraggio o brillantezza militare” e che negli Stati Uniti le vittorie nei due conflitti non vengono celebrate perché “non abbiamo più leader che sappiano come farlo! Ricominceremo a festeggiare le nostre vittorie!".

Subito è arrivata la replica di Mosca, tramite il vicepresidente del Consiglio di sicurezza nazionale russo Dmitri Medvedev, sempre in prima linea tra i fedelissimi di Putin quando si tratta di minacciare l’Occidente o replicare a dichiarazioni di leader del blocco Nato. Secondo l’ex presidente della Federazione, le affermazioni di Trump sono una “sciocchezza pretenziosa”. “Trump ha recentemente annunciato che gli Stati Uniti hanno dato il maggiore contributo alla vittoria nella Seconda Guerra Mondiale e che introdurrà una festività speciale l'8 maggio”, ha dichiarato. “Il nostro popolo ha sacrificato 27 milioni di vite di figli e figlie in nome della distruzione del maledetto fascismo. Pertanto, il Giorno della Vittoria è nostro ed è il 9 maggio! Così è stato, così è, così sarà sempre!".

Quest’anno, Putin ha puntato sulla festività per uscire dal suo isolamento internazionale. Ma oltre a questo scontro diplomatico, sulla parata è scesa anche l’ombra del monito del presidente ucraino Volodymyr Zelensky: “Non garantiamo la sicurezza dei leader stranieri il 9 maggio”. Secondo il leader di Kiev, il Cremlino potrebbe “prendere varie misure, come incendi o esplosioni, per poi accusare noi”.

Il presidente della nazione invasa ha anche definito la proposta dello zar per una tregua dal 7 al 9 come “un gesto teatrale” volto a creare l’illusione che la Russia possa tornare ad essere un interlocutore sul piano internazionale.

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