
Mai mettersi contro l'esercito thailandese, impegnato in queste ore in scontri con i militari della Cambogia, tra i più violenti registrati nella regione. Lo sa bene Paetongtarn Shinawatra, premier della Thailandia sino ad inizio luglio, la quale dopo una telefonata non gradita dai potenti generali di Bangkok è finita prima sotto inchiesta e poi destituita. Ma andiamo con ordine per capire come un colloquio telefonico sia legato ai sanguinosi attacchi incrociati dei due Paesi che condividono oltre 800 chilometri di confine, conteso in diverse aree.
Le premesse dell'attuale crisi risalgono ad un altro confronto armato tra gli eserciti di Bangkok e Phnom Penh che a maggio ha provocato la morte di un soldato cambogiano. Ostilità rientrate dopo una telefonata fatta dalla premier Shinawatra - figlia minore di Thaksin Shinawatra, a sua volta premier della Thailandia sino al 2006 e defenestrato, dettaglio non secondario, da un colpo di Stato militare - all'ex leader cambogiano, Hun Sen, ancora molto influente dopo essersi dimesso nel 2023 per passare il potere al figlio Hun Manet.
Durante la telefonata, il cui contenuto è stato fatto trapelare poco dopo, Paetongtarn si rivolge a Hun Sen, amico per un certo periodo della sua famiglia e leader della Cambogia per una quarantina d'anni, chiamandolo "zio", un termine che da quelle parti dell'Asia indica rispetto e sottomissione. Nella registrazione che ha destato proteste nel Paese, si sente l'allora premier thailandese discutere della contesa territoriale ai confini tra le due nazioni. "Se hai bisogno di qualsiasi cosa fammelo sapere e me ne occuperò io", dice Paetongtarn che inoltre critica le azioni di un comandante thailandese arrivando a definirlo un suo oppositore. Parole che suscitano l'ira dell'esercito di Bangkok.
A nulla valgono le scuse pubbliche di Paetongtarn che cerca di spiegare che i suoi commenti facevano parte di una tattica di negoziazione. A seguito della telefonata la coalizione guidata dal partito dell'ex premier perde pezzi. Si sfila infatti il suo secondo più importante alleato politico, il Bhumjaithai Party, che accusa la figlia del "Berlusconi d'Asia" (come fu definito suo padre Thaksin) di essersi mostrata troppo debole con la Cambogia. Dopo la sua destituzione, viene nominato primo ministro ad interim l'ex ministro della Difesa Phumtham Wechayachai.
Una chiave di lettura degli eventi, a metà tra House of Cards e Game of Thrones, la fornisce alla Cnn l'analista Thitinan Pongsudhirak che ritiene che la Cambogia stia "sfruttando le divisioni in Thailandia". La caduta di Paetongtarn è frutto di "una vendetta familiare", afferma l'esperto che ritiene che "la famiglia Shinawatra è molto arrabbiata con Hun Sen. Ora non si tratta solo di Thailandia-Cambogia, ma della famiglia Shinawatra che è stata compromessa".
Al di là della precisa dinamica degli eventi che hanno portato agli scontri di oggi, la recrudescenza di violenza al confine potrebbe essere letta anche come un tentativo da parte delle forze armate thailandesi di mostrare il pugno duro nei confronti dell'esercito cambogiano e di riabilitare un certo orgoglio nazionale dopo il caso della controversa telefonata. In tal senso le frontiere contese offrono un comodo espediente per l'esercito di Bangkok, vero dominus della Thailandia.
Facendo qualche passo in più indietro, come ricorda l'Associated Press i contrasti sui confini tra i due Paesi derivano in gran parte da una mappa del 1907 disegnata al tempo della colonizzazione francese per separare la Thailandia dalla Cambogia. Phnom Penh ha usato la cartina come riferimento per rivendicare il proprio territorio mentre la Thailandia ha sostenuto che la mappa è imprecisa.
A partire dal 1962 la Corte Internazionale di Giustizia ha emesso sentenze sui confini favorevoli alla Cambogia. Bangkok ha però respinto la giurisdizione della Corte. Intanto si continua a combattere. E secondo Pongsudhirak l'escalation "probabilmente peggiorerà prima di migliorare".