
Dopo settimane monopolizzate da Ucraina e Gaza, la Casa Bianca sposta l’attenzione su Teheran. Nelle ultime ore infatti Donald Trump ha rilasciato una serie di dichiarazioni sul regime iraniano che lasciano intendere che, a meno di 50 giorni dall’inizio del secondo mandato del tycoon, un nuovo colpo di scena nella politica estera Usa potrebbe essere in arrivo. In merito all'Iran "qualcosa accadrà molto, molto presto", ha affermato il presidente americano parlando con i giornalisti nello Studio Ovale. “Ne parleremo molto presto, credo”, ha ribadito il commander in chief aggiungendo che “potremmo avere un accordo di pace (sul nucleare). Non parlo per forza o debolezza, sto solo dicendo che preferirei vedere un accordo di pace piuttosto che l’altro. Ma l’altro risolverà il problema”.
Trump ha detto ai reporter che “siamo alle ultime battute” dei negoziati con l’Iran e che spera che "l'altro" (un intervento militare) si riveli inutile. Un concetto espresso poche ore prima dal presidente statunitense in un’intervista a Fox Business News nella quale ha rivelato anche di aver scritto una lettera agli iraniani. “Spero che negozierete, perché se dovessimo intervenire militarmente sarebbe una cosa terribile". Questo è il messaggio contenuto nella missiva riportato da The Donald stesso e inviato all'ayatollah Ali Khamenei.
Trump ha reso noto di aver inviato la lettera mercoledì scorso sottolineando che preferirebbe “negoziare un’intesa. Non sono sicuro che tutti siano d'accordo con me, ma possiamo fare un accordo che sarebbe altrettanto buono come se si vincesse militarmente". "Ma il momento è adesso. Il momento si avvicina”, ha proseguito il tycoon che ritiene che “qualcosa accadrà in un modo o nell'altro" e che "l'altra alternativa è che dobbiamo fare qualcosa perché non si può lasciare che abbiano un'arma nucleare".
Il capo della Casa Bianca, che intende applicare la “massima pressione” nei confronti del regime islamico, ha dichiarato di credere che la Repubblica Islamica “voglia ricevere quella lettera”. Proprio sulla missiva si è però aperto un piccolo giallo. La missione dell'Iran alle Nazioni Unite ha fatto sapere di non aver ricevuto “alcuna lettera del genere” dal presidente degli Stati Uniti. La notizia del messaggio di Trump è stata peraltro accolta con scetticismo dai media iraniani. “È "il solito show di Washington", ha commentato l'agenzia di stampa Nour, vicina all'apparato di sicurezza di Teheran, aggiungendo che la politica estera del tycoon è “slogan, minacce, azioni temporanee e marcia indietro!".
In merito ad un possibile attacco agli impianti atomici iraniani che potrebbe essere portato a termine da Israele con l’assistenza degli americani il ministro degli Esteri della Repubblica Islamica è stato chiaro. Il programma nucleare di Teheran, ha detto nelle scorse ore Abbas Araghchi, "non può essere distrutto con un’azione militare.
Si tratta di una tecnologia che abbiamo sviluppato e questa tecnologia è nel nostro cervello, non può essere bombardata". Araghchi ha poi aggiunto che "non entreremo in trattative dirette con gli Stati Uniti finché continueranno con la loro politica di massima pressione e le loro minacce".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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