
Donald Trump tira dritto. Il presidente americano ha annunciato sul suo social Truth che oggi alle 12 - le 18 in Italia - inizierà a inviare le prime lettere su dazi e accordi commerciali, in vista della scadenza per l’entrata in vigore delle imposte sospese. "La maggior parte dei Paesi" sarà sistemata entro il 9 luglio "o con una lettera o con un accordo", ha evidenziato il capo della Casa Bianca, rimarcando che le prime missive partiranno in giornata, mentre "altre martedì": "Sarà un mix di lettere e alcuni accordi già fatti". Nelle prossime ore è prevista la firma su un ordine esecutivo per posticipare la scadenza dei dazi dal 9 luglio al 1° agosto.
Sempre sul suo social Truth ha postato le lettere inviate al Giappone e alla Corea del Sud. Nelle due diverse missive, il presidente annuncia dazi al 25 per cento sui prodotti dai due Paesi. La lettera al Giappone di Trump è diretta al primo ministro, mentre quella alla Corea del Sud al presidente. "E' un grande onore per me inviarvi questa lettera che dimostra la forza e l'impegno della nostra relazione commerciale" si legge in entrambi i testi. Sia in quello a Tokyo che in quello e Seul, il presidente quindi aggiunge: "I nostri rapporti sono sfortunatamente tutt'altro che reciproci. A partire dell'1 agosto imporremo dazi di solo il 25% su tutti i prodotti inviati negli Stati Uniti". "Se per qualsiasi motivo deciderete di aumentare i vostri dazi, noi aggiungeremo un altro 25%" la formula usata in tutte e due le lettere.
Poi l'annuncio di altre tariffe: sui prodotti di Myanmar e Laos saranno al 40 per cento, su quelli del Sudafrica al 30 per cento, mentre su quelli di Malaysia e Kazakistan al 25 per cento. E ancora dazi al 36 per cento a Thaliandia e Cambogia, 35 per cento a Serbia e Bangladesh, 32 per cento all'Indonesia, 30 per cento alla Bosnia e 25 per cento alla Tunisia.
Come evidenziato in precedenza, i dazi annunciati nelle lettere partiranno il 1° agosto, ha sottolineato il segretario al Commercio Howard Lutnick: "Le tariffe inizieranno l’1 agosto ma il presidente le fissa ora". Ma non è tutto. Trump ha infatti minacciato di imporre tariffe aggiuntive del 10 per cento sui Paesi che sostengono le politiche perseguite dal gruppo Brics: "Non ci saranno eccezioni a questa politica".
Non è tardata ad arrivare la replica del gruppo. Riunito a Rio de Janeiro, l'asse dei Paesi emergenti - tra cui Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica - ha stroncato i dazi sulle importazioni "indiscriminati" imposti dall'amministrazione a stelle e strisce, nonché i recenti attacchi contro l'Iran. I Brics hanno aggiunto che tali restrizioni “minacciano di ridurre il commercio globale, interrompere le catene di approvvigionamento globali e introdurre incertezza”. Pechino ha assicurato che il gruppo non punta "ad alcun tipo di confronto" dopo le minacce di Trump, ha reso noto la portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning, secondo cui la Cina "per quanto riguarda l'imposizione di tariffe, ha ripetutamente affermato la sua posizione secondo cui le guerre commerciali e tariffarie non hanno vincitori e il protezionismo non offre alcuna via d'uscita" alla soluzione dei problemi.
Tornando al confronto tra Usa e Ue, una fonte diplomatica di Bruxelles ha ribadito che le missive "non cambieranno l'agenda della riunione dei ministri finanziari domani". La Commissione europea ha riferito di continuare "a lavorare verso la scadenza del 9 luglio, e in questo senso, i contatti a livello politico e tecnico tra Ue e Stati Uniti continuano". Riguardo alla nuova scadenza del primo agosto, "bisognerebbe chiedere agli Usa. Sono loro che dicono delle cose poi ne dicono altre. Noi continuiamo a lavorare per ottenere come minimo un accordo di principio entro il 9 luglio". Per quanto concernei contatti con i rappresentanti permanenti, "siamo in contatto regolare con gli Stati membri. Ma ci consultiamo con loro quando c'è qualcosa di concreto su cui consultarsi. Continuiamo a negoziare a tutti i livelli. Quando saranno stati fatti sufficienti progressi, ci consulteremo".
"Annunceremo diversi accordi commerciali nel corso delle prossime 48 ore" è invece l'annuncio del segretario al Tesoro Scott Bessent in un'intervista a Cnbc, sottolineando che l'importante non è la quantità degli accordi ma la qualità.
Nelle scorse ore aveva lanciato segnali positivi: "Siamo vicini a chiudere diversi accordi commerciali, ci aspettiamo grandi annunci nei prossimi giorni" le sue parole ai microfoni della Cnn. Ci sono stati dei progressi significativi, ha proseguito, ribadendo che la strategia utilizzata nei negoziati è quella della "massima pressione".