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"Israele a Gaza, limite superato. Mosca calpesta i trattati Onu"

Meloni dal palco: "Legittima la reazione al 7 ottobre, ma la guerra ora infrange le norme umanitarie"

"Israele a Gaza, limite superato. Mosca calpesta i trattati Onu"
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Israele ha "superato il limite" a Gaza. Dal podio dell'80esima Assemblea Generale al Palazzo di Vetro, Giorgia Meloni lancia un duro attacco a Mosca per aver "inferto una profonda ferita al diritto internazionale, calpestando deliberatamente l'articolo 2 dello Statuto dell'Onu, violando l'integrità e l'indipendenza politica di un altro Stato sovrano, e ancora oggi non si mostra disponibile ad accogliere seriamente alcun invito a sedersi al tavolo della pace". Ma sono molto dure anche le parole che rivolge allo Stato ebraico: se "la ferocia e la brutalità" dell'attacco di Hamas del 7 ottobre hanno spinto Israele a una reazione, "in principio, legittima", poi ha "superato il limite" del principio di proporzionalità "con una guerra su larga scala che sta coinvolgendo oltre misura la popolazione civile palestinese. È su questo limite che ha finito per infrangere le norme umanitarie, causando una strage tra i civili. Una scelta che l'Italia ha più volte definito inaccettabile, e che porterà al nostro voto favorevole su alcune delle sanzioni proposte dalla Commissione europea".

Il presidente del consiglio avverte tuttavia che "non ci accodiamo a chi scarica su Israele tutta la responsabilità di quanto accade a Gaza. Perché è Hamas ad aver scatenato il conflitto e che potrebbe far cessare le sofferenze dei palestinesi liberando subito tutti gli ostaggi". Meloni invita lo Stato ebraico a "uscire dalla trappola di questa guerra", ribadendo che per chiuderla servono soluzioni concrete e definendo "molto interessanti le proposte che il presidente Usa ha discusso con i Paesi arabi", dicendosi pronta "ovviamente a dare una mano". Il premier ritiene che "Israele non abbia il diritto di impedire che domani nasca uno Stato palestinese, per questo abbiamo sottoscritto la Dichiarazione di New York sulla soluzione dei due Stati", ma ribadisce che "il riconoscimento della Palestina deve avere due precondizioni irrinunciabili: il rilascio di tutti gli ostaggi e l'esclusione di Hamas da ruoli di governo".

Nel suo intervento, per il quale è tornata nella sala dell'Assemblea Generale anche la vice segretaria generale Amina Mohammed, Meloni denuncia l'inadeguatezza dell'architettura dell'Onu e invita a contrastare sia le persecuzioni religiose sia il traffico di esseri umani, anche rivedendo le "anacronistiche" convenzioni internazionali su migrazione e asilo che, "quando vengono interpretate in modo ideologico e unidirezionale da magistrature politicizzate, finiscono per calpestare il diritto, invece di affermarlo". Ricorda che l'Onu nacque nel 1945 con lo scopo principale di evitare nuovi conflitti, e sottolinea come "la domanda che dobbiamo farci, 80 anni dopo, e guardandoci attorno, è: ci siamo riusciti? La risposta la conoscete tutti, perché è nella cronaca, ed è impietosa. Pace, dialogo, diplomazia sembrano non riuscire più a convincere e a vincere. L'uso della forza prevale in troppe occasioni. E lo scenario che ci troviamo di fronte è quello che Papa Francesco descrisse con rara efficacia: una terza guerra mondiale combattuta a pezzi". "Multilateralismo, dialogo e diplomazia, senza istituzioni che funzionano come dovrebbero sono solo parole vuote - prosegue Meloni - Dobbiamo riconoscere che è necessaria, e urgente, una riforma profonda dell'Onu". Nel mirino finiscono i "piani verdi che in Europa - e nell'intero Occidente - stanno portando alla deindustrializzazione molto prima che alla decarbonizzazione.

Non si tratta ovviamente di negare il cambiamento climatico", assicura, ma attacca "l'ecologismo insostenibile ha quasi distrutto il settore dell'automobile in Europa, creato problemi in Usa, causato perdite di posti di lavoro, appesantito la capacità di competere e depauperato la conoscenza. E ciò che è più paradossale, non ha migliorato lo stato di salute complessivo del nostro pianeta".

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