La tre giorni romana di Abu Mazen si è aperta mercoledì sera con l'omaggio alla tomba di Papa Francesco a Santa Maria Maggiore. Un gesto sentito ma anche dall'alto significato simbolico, visto che nel 2015 fu proprio Bergoglio a volere che la Santa Sede riconoscesse lo Stato di Palestina. Passati dieci anni, giovedì scorso il presidente dell'Anp è tornato in Vaticano per incontrare Leone XIV, mentre ieri è stato ricevuto prima al Quirinale da Sergio Mattarella e poi a Palazzo Chigi da Giorgia Meloni. E sia al capo dello Stato che alla premier ha rinnovato la richiesta che l'Italia "riconosca lo Stato palestinese", unica strada per "proteggere la soluzione dei due Stati" che "viene sistematicamente minata dalle politiche israeliane" e "raggiungere la pace". "Siamo contrari alla guerra e al terrorismo, vogliamo vivere in un nostro Stato accanto a Israele che abbiamo riconosciuto nel 1988 e nel 1993 con gli accordi di Oslo", ma - ha aggiunto il leader dell'Anp - ora "anche Israele deve riconoscere il nostro Stato e il nostro territorio". Sul riconoscimento della Palestina, però, Colle e Palazzo Chigi hanno sensibilità non coincidenti, con la premier che si sarebbe mantenuta piuttosto cauta. D'altra parte, Meloni ha detto più volte di considerarlo il punto di arrivo e non di partenza di un percorso negoziale che deve prima portare all'estromissione di Hamas.
La prospettiva a cui guarda l'Italia resta comunque quella dei due Stati. Circostanza, questa, che hanno ribadito ad Abu Mazen prima Mattarella e poi Meloni. Il primo ha definito l'Anp un "interlocutore fondamentale" e ha sottolineato la necessità di "fare presto" e "assecondare il piano di pace di Sharm el-Sheik". Concetto su cui si è soffermata anche Meloni, che ha accolto il presidente dell'Autorità nazionale palestinese nel cortile di Palazzo Chigi con il picchetto d'onore della Marina, mentre sopra l'ingresso principale in piazza Colonna la bandiera della Palestina sventolava accanto a quelle di Italia e Ue. La premier ha infatti insistito sulla necessità di procedere "rapidamente con l'attuazione del piano di pace del presidente Donald Trump", anche "attraverso il disarmo di Hamas che non potrà avere alcun ruolo nel futuro del popolo".
In un'ora di colloquio tra Meloni e l'89enne leader palestinese si è anche parlato di aiuti umanitari e, spiegano da Palazzo Chigi, del "forte e costante impegno italiano" sia attraverso l'iniziativa Food for Gaza che con le evacuazioni mediche, oltre al contributo alla formazione
delle forze di polizia palestinesi. In questo senso, il governo italiano "sta lavorando a un pacchetto di aiuti umanitari e per la ricostruzione da presentare alla Conferenza su Gaza che l'Egitto intende convocare" a breve.