Iran, vertice a Chigi con Meloni e servizi: "spiragli" su Gaza. Africa, asse Italia-Ue

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Per il presente, la firma di accordi che "valgono 1,2 miliardi di impegni concreti". Per il futuro, l'obiettivo di "convertire in progetti di sviluppo sul territorio circa 235 milioni di debito". Giorgia Meloni tira le somme del vertice "The Mattei plan for Africa and the Global gateway" che co-presiede a Roma insieme a Ursula von der Leyen. A Villa Doria Pamphilj sono presenti le autorità africane di Angola, Repubblica democratica del Congo, Tanzania e Zambia, oltre al presidente della Commissione dell'Unione africana Mahmoud Ali Youssouf e ai vertici delle istituzioni finanziarie internazionali, in particolare il Fondo monetario internazionale, la Banca mondiale, la Banca africana di sviluppo e l'Africa finance corporation. Un incontro che è l'occasione per rafforzare il partenariato tra Italia e Commissione europea nell'ambito della strategia del Piano Mattei e del Global gateway per realizzare "investimenti trasformativi" in Africa. E durante il quale vengono sottoscritti accordi in settori quali corridoi di trasporto, produzione agroalimentare sostenibile, connettività digitale intercontinentale e intelligenza artificiale. Perché, dice Meloni aprendo il vertice, l'Italia ritiene che l'Africa sia "il continente nel quale più che altrove si gioca il nostro futuro, dove noi italiani, noi europei, siamo chiamati a fare la differenza". Insomma, Italia e Europa pensano che "la sfida sia quella di una nuova narrazione sull'Africa". "Non un'iniziativa spot, ma un percorso", ci tiene poi a dire la premier durante le dichiarazioni alla stampa, ricordando che a fine luglio sarà in missione in Etiopia e che nel prossimo semestre del 2026 si terrà in Africa la seconda edizione del Vertice Italia-Africa.

Con gli undici accordi firmati ieri a Villa Doria Pamphilj, spiega la presidente del Consiglio, le risorse vengono concentrate su pochi ma strategici investimenti. Innanzitutto il Corridoio Lobito, infrastruttura soprattutto ferroviaria ma anche stradale, che collega Zambia e Congo meridionale (aree ricche di risorse minerarie) all'Angola e quindi all'Atlantico, con la possibilità di estendere il progetto fino al porto di Dar es Salaam in Tanzania. Un'opera che punta a mettere in discussione il monopolio sudafricano e cinese nella logistica. L'obiettivo di questa iniziativa, infatti, è connettere i mercati africani a quelli occidentali, ovvero Ue e Usa (che partecipano all'investimento) assicurando il trasporto di merci, minerali rari e risorse energetiche.

Altro progetto, anche questo di valore strategico, è l'estensione del Blue Raman cable, il cavo sottomarino in fibra ottica per potenziare la connettività digitale tra Europa, Africa orientale, Medio Oriente e Asia meridionale. "In un tempo nel quale i dati sono il motore delle società - dice Meloni - la sinergia tra Italia e Unione europea consentirà di estendere verso l'Africa orientale la dorsale marittima che punta a collegare l'India alle economie europee passando per il Medio Oriente e per il Mediterraneo", attraverso un sistema di cavi di comunicazione intercontinentale in fibra ottica. "Un progetto rivoluzionario", lo definisce la presidente della Commissione Ue von der Leyen, convinta che il Blue Raman cable sia "un mondo intero di nuove opportunità per l'Africa, per l'Europa e oltre".

Infine, quella che Meloni definisce "un'iniziativa concreta per affrontare la questione del debito delle nazioni africane", un tema che "stava a cuore a Papa Francesco".

L'obiettivo è "convertire nei prossimi dieci anni l'intero ammontare del debito per le nazioni meno sviluppate e di abbattere del 50% quello delle nazioni a reddito meno basso". Un'operazione, calcola la premier, che entro il 2035 "permetterà di convertire in progetti di sviluppo da attuare in loco circa 235 milioni di euro di debito".

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