"Aiuteremo 30mila giovani a studiare"

Giacomoni (Consap): "Con il Fondo per i meritevoli finanziamenti fino a 70mila euro"

"Aiuteremo 30mila giovani a studiare"
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Dopo quattordici anni a scartamento ridotto, il Fondo per il credito agli studenti meritevoli entra in una fase di piena operatività. Istituito nel 2010 dal governo Berlusconi e affidato a Consap nel 2011, non era mai decollato. «Cambiò il governo, e nessuno più se ne occupò», racconta oggi Sestino Giacomoni (in foto), presidente di Consap. «Quando sono tornato, mi sono fatto portare le carte. Ho visto che era tutto fermo e ho deciso di rilanciarlo», aggiunge.

Ora il fondo è stato completamente riformato: aumentano le risorse, le garanzie statali, la platea degli studenti coinvolti e anche i corsi ammessi. Il cambiamento più importante è che le banche non devono più accantonare capitale sul 70% del prestito, perché ora interviene la garanzia pubblica di ultima istanza. Una norma chiave, voluta dal governo, con l'impegno diretto della premier Giorgia Meloni, che da ministro della Gioventù aveva promosso il fondo originario. «Ci ha scritto chiedendoci di rilanciarlo, semplificarlo, potenziarlo. Oggi possiamo dire che l'impegno è stato mantenuto», afferma Giacomoni.

Il fondo è oggi interamente digitalizzato. Lo studente, con Spid, carica i propri dati e nel giro di cinque giorni riceve la garanzia pubblica. Potrà poi presentarsi in una banca convenzionata (oggi sono 47, ma si punta a 250, come avvenuto con il Fondo Prima Casa) e sottoscrivere il finanziamento in una sola giornata. Tutto si basa sul merito scolastico: almeno 75/100 alla maturità o 100/110 per chi è già laureato. Nessuna garanzia familiare richiesta e nessun vincolo sul reddito. «Perché anche un ragazzo di famiglia benestante che vuole investire su sé stesso ha il diritto di farlo senza dover passare per i genitori», sottolinea il presidente Consap.

I nuovi massimali passano da 25.000 euro a 50.000 euro per studi in Italia e 70.000 per l'estero. E si allarga il campo: non solo università, ma anche Its, accademie, master, corsi di lingua, alta formazione artistica e musicale. Il prestito si inizia a restituire 30 mesi dopo la laurea, in rate spalmabili su 15 anni. Una formula che, nelle intenzioni del governo, permette di non ostacolare l'inizio della carriera lavorativa, ma anzi di accompagnarla.

Il fondo è ora dotato di 24 milioni di euro, di cui 10,5 rifinanziati dal ministro dello Sport e dei Giovani Abodi. Grazie alla leva finanziaria e alla controgaranzia del FEI attivata con Cassa Depositi e Prestiti, si potranno mobilitare complessivamente 550 milioni di euro: abbastanza per finanziare 30mila studenti.

Ma l'ambizione è più ampia: «In 15 anni solo 2mila ragazzi lo avevano usato. In Germania lo usa il 12%, nei Paesi Bassi il 50%. Noi abbiamo 1,9 milioni di studenti, se anche solo il 10% lo utilizzasse, arriveremmo a 200.000 giovani aiutati», spiega Giacomoni. Un obiettivo strategico per un Paese con solo il 29% di laureati (peggio fa solo la Romania) e una delle più alte percentuali di Neet d'Europa.

«Questo fondo conclude dà un messaggio chiaro: se hai talento e vuoi studiare, lo Stato è al tuo fianco.

Non sono soldi a fondo perduto, ma sono un'occasione per investire su sé stessi. Per i giovani, per le famiglie, per l'Italia. È un investimento win-win: lo studente migliora il suo futuro, la banca si lega a un cliente con prospettive e lo Stato avrà un contribuente più preparato».

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