Altre botte e minacce: è finita la scuola, non le violenze sui prof

Una docente spintonata e un'altra aggredita Scrutini e bocciature, genitori fuori controllo

Altre botte e minacce: è finita la scuola, non le violenze sui prof

Michelangelo Bonessa

A Pogliano Milanese una professoressa è stata spintonata. A Gorgonzola un'altra è stata minacciata di morte. A Roma un giovane docente ha rimediato un trauma cranico e un tentato soffocamento. A Milano una sua collega è stata aggredita da una madre inferocita di fronte agli alunni. Gli ultimi giorni sono stati di fuoco per chi insegna e il motivo è semplice: è arrivato il momento degli scrutini. E delle bocciature. E quindi volano gli schiaffi, ma non per i figli pelandroni, ma per gli insegnanti: l'abitudine di alzare la voce e, sempre più spesso, anche le mani contro chi ha il compito di giudicare i figli si sta diffondendo.

Venerdì in particolare è stata una giornata di passione: nell'istituto Ronchetti di Pogliano una professoressa di 52 anni è stata spintonata da un pregiudicato italiano che non aveva gradito la bocciatura del figlio 13enne. L'aggressore è stato denunciato per percosse e minacce. Il giorno precedente a Roma un docente di 24 anni aveva rimediato un trauma cranico da una coppia di origini albanesi perché aveva difeso una collega che aveva comunicato ai due che il figlio 15enne avrebbe dovuto ripetere l'anno. Nello stesso giorno un albanese padre di un 16enne aveva telefonato a una professoressa dell'istituto professionale di Gorgonzola, nel milanese, dicendo che l'avrebbe uccisa perché si era messa di traverso per la promozione del figlio. È stato il preside a chiedere l'intervento dei militari che ieri hanno identificato il 50enne a scuola. Il denunciato ha ammesso il fatto. L'accusa in questo caso è di minacce aggravate. Sempre venerdì invece una 40enne è piombata nella classe di una scuola della periferia milanese aggredendo una maestra, convinta che quest'ultima avesse graffiato il figlio.

Sono episodi sempre più frequenti come ricordato da Michele Brambilla su Giornale venerdì: dall'inizio dell'anno trentacinque professori sono stati aggrediti e picchiati senza che nessun sindacato alzasse un dito. Un comportamento più deciso si è visto invece, da parte di alcune sigle, quando c'è stato il problema di trovare un avvocato per la docente di Torino licenziata per aver gridato «dovete morire» ai poliziotti.

Anche gli eletti in Parlamento iniziano a rendersi conto del problema: «Gli insegnanti sono sempre più spesso impotenti dinanzi all'arroganza e alla violenza di certi studenti e genitori - ha commentato l'onorevole di Forza Italia Mariastella Gelmini -. Purtroppo, non è solo una questione di educazione civica, che da ministro dell'Istruzione nel 2009 ho introdotto con il voto in condotta.

Siamo noi genitori a dover dare, prima di tutti, il buon esempio perché i nostri ragazzi assorbono le nostre parole, i nostri comportamenti, i nostri gesti. Buona educazione e rispetto degli altri sono valori imprescindibili, anche per ridare autorità a una figura chiave della crescita dei nostri figli come quella dei docenti».

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