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"Volevo già votare contro..." Gli sms di fuoco della crisi

Sul gruppo WhatsApp emerge una spaccatura tra duri e governisti. C'è chi apre: "Torniamo al dialogo". Altri non vogliono sconti: "Oh, io già volevo votare contro..."

"Volevo già votare contro..." Gli sms di fuoco della crisi

Quale linea bisogna seguire? Quella morbida e aperturista oppure quella dura e intransigente? Per il momento Matteo Renzi ha scelto la strada dell'attesa. Una momentanea tregua per seguire gli sviluppi di questi giorni e attendere le mosse degli esponenti del governo: è questo ciò che ha chiesto ai suoi, in una chat interna che ha fatto emergere una spacccatura tra i governisti e gli irriducibili. "Fino a martedì staccate tutto. Basta attacchi a Conte, basta polemiche, basta social. Rilassatevi ché le cose vanno per il verso giusto. Tanto le prossime mosse spettano a loro, non a noi", è la posizione del leader di Italia Viva. La sua strategia è chiara: evitare toni forti contro i giallorossi per sperare in un'apertura definitiva dopo lo strappo.

Questa linea andrà seguita almeno fino a mercoledì, quando bisognerà votare la relazione del ministro Alfonso Bonafede sulla giustizia. E al Senato, come vi abbiamo già raccontato, l'incidente è dietro l'angolo: se Iv confermerà il voto contrario allora le opposizioni raggiungerebbero quota 156, ovvero lo stesso numero di voti su cui può fare affidamento l'attuale maggioranza. Il pareggio, per il regolamento di Palazzo Madama, vuol dire bocciatura: "In caso di parità di voti, la proposta si intende non approvata". A questo si aggiunge il fatto che i giallorossi al Senato hanno già perso 4 voti. Ma ce la faranno i renziani a rispettare il digiuno di attacchi nei confronti dell'esecutivo?

La chat ribolle

Una domanda più che lecita, visto che la chat del gruppo WhatsApp sta ribollendo. Da una parte c'è il senatore Eugenio Comincini che, dopo aver annunciato di non sentirsela di stare all'opposizione, ha provato a lanciare un appello per riaprire le porte del confronto politico: "Facciamo noi un passo vero nella direzione del dialogo con la maggioranza, non abbiamo altra scelta". Dall'altra però Roberto Giachetti ha espresso una direzione contraria, approfittandone per esprimere il fastidio dovuto all'astensione decisa al Senato: "Oh, già io volevo votare contro la fiducia al governo mercoledì e abbiamo scelto l’astensione...".

Eppure, come si legge sul Corriere della Sera, per il momento il gruppo segue la linea di Matteo Renzi. Il quale è convinto che se il presidente del Consiglio poterà Bonafede al voto di Palazzo Madama o riuscirà a prendere una maggioranza risicata (trovandosi esattamente come mercoledì scorso, senza quindi chissà quali vantaggi) oppure cadrà direttamente. C'è tuttavia una pista alternativa per evitare il voto al Senato: Conte nella giornata di martedì o mercoledì potrebbe dimettersi e chiedere un reincarico. Tradotto: un Conte-ter riaprirebbe tutte le ipotesi sul tavolo, anche quella del coinvolgimento di Italia Viva che così potrebbe rientrare nel perimetro giallorosso. "Avete capito perché dovete stare in silenzio fino a martedì?", va ripetendo il fondatore di Iv.

Giuseppi sta veramente valutando l'opzione delle dimissioni? Sicuramente i pochissimi voti raccattati in questi giorni lo stanno facendo riflettere sul da farsi.

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