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Caso toghe, Berlusconi: "Sono ancora politicizzate"

Il presidente, Silvio Berlusconi, è critico nei confronti del governo: "Troppo lento negli aiuti". L’Europa? "Sostegno importante alla nostra economia"

Caso toghe, Berlusconi: "Sono ancora politicizzate"

Silvio Berlusconi non sarà presente in prima persona alla manifestazione del 2 giugno che unirà il Paese contro il governo giallorosso. Durante la trasmissione "Dritto e Rovescio", su Rete4, il presidente di Forza Italia dichiara:"Noi non vogliamo assolutamente fare una manifestazione di piazza che potrebbe essere pericolosa per il verificarsi di assembramenti e di contagi. Sento la responsabilità di evitare rischi e soprattutto quella di non dare cattivo esempio agli italiani che hanno già dovuto subire una rinuncia per il rinvio della tradizionale parata delle forze armate, che pure è molto popolare. Non possiamo fare la predica ai ragazzi e poi essere noi i primi a trasgredire".

Perciò, spiega Berlusconi, abbiamo chiesto di strutturare la manifestazione in una serie di atti puramente simbolici, un semplice "gesto" per farci sentire vicini ai tanti italiani che soffrono, che hanno perso il lavoro o che rischiano di perderlo, che non ricevono gli aiuti promessi, che si sforzano di riprendere le loro attività fra mille difficoltà.

"Vogliamo far sentire che gli imprenditori, i commercianti, gli artigiani, i lavoratori autonomi che tentano con fatica di superare questo difficile momento non sono soli. Devono sapere che siamo dalla loro parte. Che faremo di tutto per far ascoltare la loro voce, che possono contare su di noi". "Vogliamo dirlo con chiarezza, con una manifestazione composta, solo simbolica, ovviamente rispettosa delle restrizioni, ma carica di significato: siamo come sempre pronti a dare una mano, ma questa volta il governo ci deve ascoltare davvero". L’ex presidente del Consiglio non sarà dunque al fianco di Matteo Salvini e Giorgia Meloni alla manifestazione del centrodestra contro il governo. Al suo posto, ci sarà però il vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani.

Poi Berlusconi torna sulla grave crisi economica che sta affliggendo il nostro Paese. "Forza Italia ha fatto e sta continuando a fare quello che deve fare un’opposizione responsabile in un momento di assoluta emergenza: mettere da parte ogni polemica politica e con il consueto senso delle istituzioni, offrire il proprio contributo per il bene del Paese. Questo non cancella però il fatto che noi siamo all’opposizione e il nostro giudizio su questo governo è severamente critico. I provvedimenti presi in questa fase sono del tutto inadeguati. Si è affrontata in ritardo l’emergenza sanitaria e questo ritardo ha contribuito al dilagare della pandemia nel nostro Paese". Spiega che ora si sta affrontando con altrettanto ritardo l’emergenza economica scatenata dai mesi di blocco di ogni attività. "Lo ripeto tutti gli interventi del governo sono stati troppo lenti, troppo scarsi, troppo frammentari".

Per molte aziende gli aiuti non sono arrivati in tempo, molti dipendenti sono rimasti a casa e alcuni di loro non hanno neppure ricevuto la cassa integrazione. Anche molti lavoratori autonomi sono rimasti abbandonati a sé stessi. Non hanno nemmeno ricevuto i 600 euro o li hanno ottenuti con grande ritardo. "Corriamo il rischio di una grave recessione, nella quale, aggiunge, molte aziende dovranno chiudere e licenziare. Ci saranno meno occupati e più disoccupati e questo farà così via via calare la domanda interna, i consumi, il risparmio in un circolo vizioso deleterio anche per i conti pubblici, perché significherà minori entrate fiscali e maggiore spesa sociale per consentire a chi non ha più nulla di sopravvivere". Se per far fronte a tutto questo si aumentassero le tasse, quindi si sottraesse altra liquidità alle famiglie e alle imprese come ha proposto qualcuno della sinistra, il fenomeno si aggraverebbe ancora di più. "Bisogna fare il contrario, bisogna inondare il mercato di liquidità, anche a fondo perduto, perché gli italiani non possono continuare a indebitarsi".

Si sofferma a parlare anche di giustizia. "Adesso ce l’hanno, come sempre, con me e anche con Salvini, perché il centrodestra potrebbe vincere le prossime elezioni. Quando il governo di un Paese non è quello scelto dal popolo, questo Paese cessa di essere una democrazia. E questo è quello che è accaduto in Italia, appunto, negli ultimi trent’anni". Berlusconi, intervistato da Paolo Del Debbio, parla delle ultime polemiche sollevate dal caso Palamara-Salvini e dell’operato di "certa magistratura".

"Non mi ha fatto arrabbiare. Anzi è stata una ulteriore conferma della politicizzazione di una parte della magistratura che, negli ultimi trent’anni, da ordine dello Stato è diventata un potere dello Stato, che ha addirittura sottomesso a sé gli altri poteri, il potere esecutivo e il potere legislativo, ed ha paralizzato la democrazia in Italia, eliminando dalla vita politica gli eletti del popolo non appartenenti alla sinistra, per dare il potere appunto alla sinistra che aveva perso le elezioni". "È successo con l’eliminazione del pentapartito nel 1992-1993, con me nel 1994 e nel 2011, e poi di seguito, nel 2013 con una condanna infondata e incredibile, per frode fiscale, che mi ha escluso dal Parlamento. Mi ha addirittura tolto il diritto di voto e che sono certo sarà posta nel nulla dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo".

Infine, il capitolo Europa. "Quello della Commissione è un passo molto importante, va nella direzione che avevamo chiesto dal principio e per la quale ho lavorato molto in queste settimane nel Partito Popolare Europeo". L’Italia è il Paese Ue che riceverà più aiuti in assoluto, sia sotto forma di prestiti, 91 miliardi, che di contributi a fondo perduto, 82 miliardi. "È una decisione lungimirante, assunta da un’Europa che questa volta si sta dimostrando davvero solidale. Chi diffida ancora dell’Europa dovrebbe considerare che l’aiuto che ci viene da Bruxelles è più del doppio delle cifre che il governo italiano è stato in grado di stanziare fino ad oggi". A queste somme si devono poi aggiungere gli altri strumenti, il Mes, con i suoi 37 miliardi, il fondo Sure con i suoi 20 miliardi per pagare la cassa integrazione, gli stanziamenti della Bei, in totale altre decine di miliardi e infine, fondamentale, la garanzia degli acquisti dei nostri titoli di Stato da parte della Banca Centrale Europea. "Mi domando davvero cosa sarebbe di noi, cosa sarebbe dell’Italia in questa situazione se fossimo fuori dall’Europa".

"Ora occorre vigilare, affinché il Consiglio europeo, al quale partecipano i capi di Stato e di governo, confermi la strada indicata dalla Commissione". Il governo dovrà far capire ai Paesi più riluttanti, come l’Austria, l’Olanda, la Danimarca e la Svezia, nei quali esistono forti partiti sovranisti contrari alla solidarietà europea, che non si tratta solo di salvare l’Italia, si tratta di salvare un’Unione europea che possa essere protagonista nel mondo.

"Un’Europa aggregatrice della civiltà occidentale e dell’ordine liberale internazionale, come lo definisce Henry Kissinger, che è messo in pericolo dall’espansionismo cinese", conclude il Cav.

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