Mentre anche durante le festività natalizie continuano ad essere uccisi i cristiani nel mondo e Donald Trump ha attaccato i terroristi dell'Isis in Nigeria per difendere i cristiani perseguitati, l'Ue non solo non spende una parola sulla cristianofobia ma finanzia un documento su un fantomatico pericolo di islamofobia in Europa. Nei giorni scorsi su Il Giornale abbiamo raccontato del "Report sull'islamofobia europea", un rapporto annuale di oltre ottocento pagine realizzato da una serie di Ong e associazioni che svolgono un'intensa attività di lobbying islamico soffermandoci sul capitolo dedicato all'Italia. Proprio nella parte del documento dedicata al nostro paese, scritto dalla ricercatrice "queer e transfemminista" Marta Panighel, compare infatti la dicitura "finanziato dall'Unione europea" e, andando più a fondo, emergono nuove rivelazioni. Uno dei due autori del report è Farid Hafez, figura che desta non poche perplessità. Il 23 aprile 2024 l'europarlamentare tedesca del Ppe Monika Hohlmeier ha presentato un'interrogazione parlamentare alla Commissione europea intitolata "Finanziamenti per progetti con possibili legami con i Fratelli Musulmani" in cui chiedeva: "A seguito di segnalazioni, la Commissione ha sospeso i pagamenti per progetti legati al controverso politologo Farid Hafez e al progetto I Report, il che significa che il logo dell'Unione Europea è scomparso dai relativi rapporti. Tuttavia, vi sono sempre più prove che altre organizzazioni legate ai Fratelli Musulmani stiano cercando di ottenere finanziamenti dall'UE tramite la CLAIM Alliance". Da qui la richiesta: "La Commissione è a conoscenza del fatto che Farid Hafez ha nuovamente tentato di ottenere fondi dall'UE tramite la CLAIM Alliance?". Il 10 luglio 2024 è arrivata la risposta della Commissione europea che non ha individuato "casi recenti" di nuovi finanziamenti a CLAIM Alliance spiegando tuttavia che "è stata co-beneficiaria di un progetto di deradicalizzazione nell'ambito del programma del Fondo per la sicurezza interna tedesco 2014-2020". Arriviamo così al 2019 quando vengono presentate una serie di interrogazioni parlamentari sul "Finanziamento da parte dell'Ue per il controverso studio turco sull'islamofobia" e il 10 gennaio 2020 la Commissione Ue risponde spiegando che il contratto con la fondazione che ha realizzato il dossier "ammonta a 126.951,81 euro, di cui il 90% è finanziato dall'UE" aggiungendo che "dal 2017 la Commissione ha smesso di affidare alla Turchia la gestione dei fondi UE a sostegno della società civile". Da quel momento il logo dell'Ue e la voce "finanziato dall'Unione europea" scompare dal dossier per ricomparire nell'ultimo report presentato lo scorso 19 dicembre proprio nel capitolo sull'Italia. Come è possibile che l'Ue continui a finanziare un progetto a cui erano stati tolti i fondi? Perché proprio la parte sull'Italia riceve risorse europee? Domande su cui vuol fare chiarezza la politica con il capo delegazione di Fratelli d'Italia al Parlamento europeo Carlo Fidanza che ha annunciato "un'interrogazione parlamentare urgente per fare piena luce su questi finanziamenti".
Allo stesso modo il vicesegretario federale della Lega Silvia Sardone, citata all'interno del report, ha pronta un'interrogazione al parlamento Ue per vederci chiaro sull'utilizzo delle risorse europee: "È inaccettabile che l'Ue stanzi fondi per finanziare dossier ideologici per tacciare di razzismo chi osa difendere le proprie radici, la
propria cultura e le proprie tradizioni. Presenterò un'interrogazione per fare piena luce su questa vicenda: i cittadini europei, e soprattutto quelli italiani, meritano di sapere in che modo vengono spesi i loro soldi".