Carriere separate, ostruzionismo dem

Oggi il testo arriva in Senato. Sulla riforma Nordio pronte raffiche di emendamenti

Carriere separate, ostruzionismo dem
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Pregiudiziali, denunce, pioggia di emendamenti e scioperi: sinistra e toghe rosse preparano l'offensiva finale contro la riforma della giustizia. Arriva oggi in Aula, al Senato, la separazione delle carriere dei magistrati per il secondo via libera dopo l'ok da parte della Camera. Le opposizioni, appoggiate dall'Anm, affilano le armi per bloccare il provvedimento. I numeri, ovviamente, sono dalla parte del centrodestra che punta a chiudere entro lunedì il discorso. La riforma poi tornerà alla Camera, dopo un intervallo di 6 mesi, per l'avvio della seconda fase di approvazione.

Già in commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama, la sinistra aveva provato a paralizzare i lavori con la presentazione di mille emendamenti. La manovra si è rivelata però un buco nell'acqua: la maggioranza ha deciso di spedire il provvedimento all'esame dell'Aula senza il mandato al relatore. Il testo introduce una netta separazione tra pubblici ministeri e magistrati giudicanti. Una riforma frutto anche di una lunga mediazione tra Fratelli d'Italia e Forza Italia. La separazione delle carriere porterà alla nascita di un doppio Csm: una scelta che punta a neutralizzare il potere delle correnti nella magistratura.

Oggi il testo inizierà l'esame da parte dell'Aula. Lunedì è atteso l'ok finale. C'è però un'incognita: l'approvazione potrebbe incrociarsi con le comunicazioni del presidente del Consiglio Giorgia Meloni fissate per lunedì alla Camera e martedì al Senato. Mentre giovedì i lavori parlamentari saranno sospesi per la celebrazione del Giubileo dei governi. Le opposizioni studiano le mosse per impantanare l'esame. La prima carta che proveranno a giocare sarà la presentazione in massa in pregiudiziali di costituzionalità. Non è escluso che gli emendamenti, tagliati in commissione, saranno riproposti in Aula. Infine, l'ultima cartuccia da sparare è quella degli ordini del giorno che faranno prolungare i lavori anche di notte. Oltre ovviamente alla possibilità che i parlamentari dei partiti di opposizione potranno iscriversi in massa a parlare. Le dichiarazioni della vigilia preannunciano un clima di guerra. «Interverremo molto duramente perché non c'è nella storia un solo precedente di riforma costituzionale arrivata in Aula senza che si fossero conclusi lavori della commissione, è un fatto gravissimo» attacca il senatore Andrea Giorgis, capogruppo Pd in commissione Affari costituzionali. «Cosa ancor più grave è che la riforma sia stata presentata con un testo non modificabile da parte del Parlamento» spiega Giorgis, annunciando che le opposizioni domani presenteranno una pregiudiziale di merito per denunciare la modalità attraverso la quale si è arrivati alla trattazione in Aula e per sottolineare il contenuto della riforma, il cui obiettivo è solo quello di indebolire l'autonomia e l'indipendenza della magistratura». Anche i senatori M5s Maiorino, Lopreiato, Cataldi, Gaudiano, Scarpinato, Bilotti, Patuanelli hanno depositato una pregiudiziale in vista dell'avvio dell'esame in Aula.

Nel testo gli esponenti M5s sottolineano come l'intervento di revisione costituzionale sia «funzionale a determinare un diverso e complessivo riassetto del potere giudiziario, scardinando il modello costituzionale vigente per ridurre, con interventi mirati di varia natura, il peso e il ruolo costituzionale della magistratura».

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