Carta d'identità elettronica, bufera su Starmer: "Violate le libertà"

Il premier annuncia l'introduzione del documento. Insorgono destra e gruppi pro-privacy: "Stato di polizia"

Carta d'identità elettronica, bufera su Starmer: "Violate le libertà"
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L'emergenza immigrazione spiana la strada alla carta d'identità britannica. È questo infatti l'appiglio a cui si è aggrappato il premier Keir Starmer per annunciare la futura introduzione di un documento adottato da tutto il resto d'Europa e che i suoi connazionali hanno sempre avversato.

Tony Blair l'aveva ipotizzata decine di anni fa e poco ci mancava che cadesse il governo. Anche ora il percorso legislativo per arrivare alla Brit Card digitale si prevede tormentato, visto che, da quando i media hanno fatto uscire la notizia nel Paese non si parla d'altro. Le opposizioni hanno già preannunciato la loro ferma ostilità e in poche ore una petizione online contro l'iniziativa aveva già raccolto più di 900mila firme. "La carta d'identità digitale è un'enorme opportunità per il Regno Unito - ha spiegato Starmer - mi rendo conto che i lavoratori sono preoccupati per il livello raggiunto dall'immigrazione illegale in questo Paese. Un confine sicuro e una migrazione controllata sono richieste ragionevoli e questo governo le sta ascoltando e sta prendendo le sue misure. Questo documento rappresenta una grande opportunità perché renderà molto più difficile lavorare illegalmente, rendendo allo stesso tempo più sicure le nostre frontiere. Non solo - ha proseguito il premier - offrirà ai cittadini infiniti vantaggi, come poter confermare la propria identità per avere accesso ai servizi essenziali molto più rapidamente di quanto si fa ora, per esempio andando alla ricerca di un vecchia fattura del gas e o del telefono". In effetti attualmente è proprio questo che viene richiesto agli inglesi per provare la loro esistenza pubblica: presentare un bollettino o la copia di un estratto conto bancario, procedura trovata anomala e naive da qualunque cittadino europeo e considerato irrinunciabile diritto dai cittadini d'OltreManica. Tanto che, ancora una volta, tutti i gruppi per la difesa della libertà civili hanno subito reagito con preoccupazione alla novità. "Le carte d'identità digitali potrebbero trasformare il Regno Unito in una società del controllo che non ha nulla a che fare con la società britannica - ha dichiarato Silkie Carlo, direttore di Big Brother Watch - questo documento non avrà alcun effetto sulla riduzione degli arrivi illegali, ma renderà il nostro un Paese meno libero, creando infrastrutture domestiche di controllo di massa che si estenderanno dalla cittadinanza ai benefit, alle tasse, ai dati sanitari e altro ancora, rendendo accessibile allo Stato ogni sorta di dato personale sensibile esponendoli anche agli attacchi cyber".

Concordano anche Conservatori e Reform Uk, che archiviano la proposta del governo come "una trovata che non farà nulla per bloccare i clandestini" e un "cinico stratagemma per ingannare gli elettori", mentre il premier Scozzese John Swinney già annuncia la propria opposizione in Parlamento ai nuovi documenti, facendone anche una questione di orgoglio nazionale. "Chiamandola BritCard - ha detto ieri - il primo ministro sembra voler forzare ogni scozzese a dichiararsi inglese. Io sono scozzese".

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