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Consip, quel pizzino di Romeo: ​"30 mila euro al mese a T."

Secondo i pm Romeo avrebbe promesso (ma mai dato) 30 mila euro a Tiziano Renzi, il papà dell'ex premier indagato per traffico di influenze illecite

Consip, quel pizzino di Romeo: ​"30 mila euro al mese a T."

Di certo nell'inchiesta Consip che vede indagato il papà di Matteo Renzi, Tiziano, c'è solo che il capostipite della famiglia di Rignano sull'Arno dovrà comparire di fronte ai pm Paolo Ielo e Mario Palazzi il 23 febbraio. I pm di Roma, dopo che l'inchiesta era partita dalla procura di Napli, indagano sui presunti appalti pilotati della Consip (la centrale degli acquisti della pubblica amministrazione) in favore di gruppi di imprese che secondo chi indaga facevano riferimento all'imprenditore Alfredo Romeo, che risponde dell'accusa di corruzione. Tiziano Renzi invece deve rispondere dell'accusa di traffico di influenze illecite, in concorso con altre persone.

"Daremo 30mila euro a T."

Quali sarebbero, secondo i pm, i legami tra babbo Renzi e Romeo? Semplice: gli inquirenti credono che Tiziano insieme all'amico Carlo Russo avrebbe fatto pressioni sull'amministratore delegato di Consip, Luigi Marroni, per indurre l'imprenditore Alfredo Romeo (interessato ad un appalto della Consip) per ottenere - come spiega il Fatto - "pagamenti nei loro confronti". A tirare in ballo Tiziano Renzi sarebbe stato propio l'amico Carlo Russo, compagno di viaggi della madre di Matteo. Russo sarebbe stato intercettato nel 2016 mentre parla al telefono con Romeo, citando più volte Tiziano. Ma dalle carte dell'indagine emerge anche altro. I pm avrebbero trovato un foglio nella spazzatura in cui Romeo avrebbe scritto le cifre da pagare a due persone, indicate con le iniziali, e che secondo i magistrati sarebbero proprio Tiziano e Russo. Quando Romeo e Russo si incontrarono nell'estate scorsa, i pm hanno chiesto ai carabinieri di sequestrare i cestini dell'ufficio. Il sospetto era che Russo e Romeo, pensando di essere intercettati, scrivessero qualcosa sui foglietti. E su uno di questi pizzini sarebbe emersa l'indicazione di possibili tangenti. In particolare, prima Romeo avrebbe detto a Russo la cifra di "30mila euro da dare a..." e poi avrebbe scritto una lettera sul foglio: T.. Indicando, quindi, secondo i pm, Tiziano Renzi. Per quale motivo? Secondo gli inquirenti l'obiettivo era quello di ottenere una sorta di intercessione da parte del papà di Renzi presso la Consip, dove Tiziano conosceva - appunto - Luigi Marroni. In quell'occasione Russo si sarebbe anche impegnato a organizzare un incontro tra Romeo e Tiziano (non ancora chiaro se sia mai avvenuto). Va detto, infine, che qualora fossero stati davvero promessi, quei soldi a Tiziano Renzi non sarebbero mai arrivati.

"Ci è stato notificato - ha spiegato oggi l'avvocato Federico Bagattini, legale di Tiziano Renzi - l'invito a presentarsi senza descrizione del fatto. Non si riesce a immaginare cosa possa essere. Prenderemo contatto con i pubblici ministeri per farci dare delle indicazioni un pochino più specifiche e all'esito sicuramente saremo a rispondere all'interrogatorio. Date non ce ne sono". Il fascicolo vede indagato per rivelazione di segreto d'ufficio anche il comandante generale dei carabinieri, Tullio Del Sette e il generale di brigata dell'Arma Emanuele Saltalamacchia.

Al centro dell'indagine una gara di facility management del valore di 2,7 miliardi (appalto FM4) bandita nel 2014 e suddivisa in svariati lotti, parte dei quali sarebbero stati destinati a società di Alfredo Romeo.

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