Guerra in Ucraina

Contatti, fondi e armi: l'Europa si muove

Johnson da Zelensky: "Aiuti militari, macchiato per sempre il nome di Putin"

Contatti, fondi e armi: l'Europa si muove

La bandiera dell'Unione europea torna a sventolare nella sede della rappresentanza europea a Kiev, appena riaperta, dopo il ritorno dell'ambasciatore Matti Maasikas, che aveva lasciato la capitale ucraina e si dice invece «molto felice» di essere tornato. Anche la sede italiana riaprirà «subito dopo Pasqua», annuncia il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. La bandiera blu a 12 stelle sventola nel giorno in cui la vice ministra ucraina dell'integrazione europea Olga Stefanishyna dice di aspettarsi di ottenere lo status di «Paese candidato» all'ingresso nell'Ue a giugno e all'indomani della visita della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che ha messo nelle mani del presidente ucraino Volodymyr Zelensky il questionario per l'adesione all'Unione. «Se lavoriamo insieme potrebbe essere questione di settimane». Dopo di lei, la viceministra di Kiev: «Abbiamo già fatto molto lavoro, siamo pronti a muoverci rapidamente. Il processo «fa parte della nostra ripresa e vittoria sull'aggressore russo».

Ieri la Commissione europea ha annunciato lo stanziamento di un miliardo di euro per sostenere l'Ucraina e i Paesi che stanno accogliendo i rifugiati in fuga dal conflitto. Von der Leyen ha spiegato che «600 milioni andranno all'Ucraina, alle autorità ucraine e in parte all'Onu». Mentre «400 milioni andranno ai Paesi di confine che stanno facendo un lavoro straordinario per aiutare i rifugiati in arrivo». Non è tutto. Mentre a Varsavia è in corso l'evento finale della campagna di raccolta fondi internazionale Stand up for Ukraine, la presidente della Commissione Ue spiega: «Abbiamo raccolto 9,1 miliardi per le persone in fuga dall'invasione». «Arriveranno altri fondi. Aiuteremo il popolo ucraino a ricostruire il Paese», assicura von der Leyen, che ringrazia l'Italia e Mario Draghi «per aver accolto a braccia aperte i profughi e aver stanziato nuovi fondi per soddisfare i loro bisogni quotidiani. È la solidarietà europea al suo meglio».

I leader europei si susseguono in visita a Zelensky nella capitale ucraina. Dopo Von der Leyen e Borrell, ieri è stata la volta del cancelliere austriaco Karl Nehammer e del premier inglese Boris Johnson. L'arrivo a sorpresa di BoJo a Kiev è stato accolto da Zelensky con un «benvenuto, amico mio» e l'elogio perché Johnson «è uno degli oppositori da principio dell'invasione russa, leader nella pressione delle sanzioni alla Russia e nel sostegno alla difesa dell'Ucraina». Boris ha annunciato «un nuovo pacchetto di aiuti finanziari e militari» «contro la barbara campagna russa». Londra fornirà a Kiev 120 mezzi corazzati e nuovi missili antinave. «La leadership di Zelensky e l'eroismo degli ucraini hanno bloccato le mire di Putin», mentre le stragi delle truppe russe a Bucha «hanno macchiato per sempre» la reputazione del presidente russo, ha detto Boris.

Eppure, durante la conferenza stampa con il cancelliere austriaco Nehammer, Zelensky ha lasciato porte aperte alla trattativa con Mosca: «Siamo pronti a combattere e cercare parallelamente delle vie diplomatiche per fermare questa guerra».

Commenti