Dall'incontro col Papa ai duelli con Salvini: la lunga estate di Tajani

Ieri l'udienza con Leone XIV su Ucraina e Gaza. Regionali, altolà sul Veneto: "No alla Lista Zaia"

Dall'incontro col Papa ai duelli con Salvini: la lunga estate di Tajani
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Silenziata (ma non archiviata) la frizione con Matteo Salvini per l'ennesimo scontro diplomatico sull'asse Roma-Parigi, per Antonio Tajani ieri è stata la giornata della prima udienza privata in Vaticano con Leone XIV. Un incontro ufficiale, nella sua qualità di vicepremier e ministro degli Esteri, durante il quale oltre ai rapporti "eccellenti" tra Italia e Santa Sede si è lungamente parlato dell'impegno a cercare la pace nei principali scenari di crisi, su tutti l'Ucraina e Gaza. Il faccia a faccia, fa infatti sapere la Farnesina, è stato l'occasione per un "approfondito scambio" sulle principali questioni internazionali legate alla "mediazione" e agli "impegni umanitari condivisi da Italia e Vaticano". Tra queste, l'Ucraina e il sostegno agli sforzi umanitari (incluso il ritorno a casa dei bambini ucraini) e la situazione in Medio Oriente, con particolare riguardo alla tutela delle minoranze cristiane a Gaza e in Cisgiordania. Il tutto sottolineando l'importanza delle iniziative congiunte nel sostegno ai bambini gravemente malati, in particolare tramite il protocollo tra il ministero degli Esteri e l'ospedale Bambino Gesù.

"Ringrazio il Santo Padre - spiega Tajani uscendo dal Vaticano - di aver accettato la mia richiesta di poterlo incontrare per un'udienza anche con la mia famiglia". Nell'incontro, dice il ministro degli Esteri, "ho ribadito l'impegno dell'Italia per la pace in Medio Oriente e Ucraina e abbiamo parlato anche della situazione in Sudan". "Ho grande fiducia in questo Pontefice, una guida spirituale per i cristiani, ma non soltanto", aggiunge Tajani che ieri ha fatto dono al Papa di una vecchia edizione della Rerum novarum di Leone XIII e di un arazzo di Sant'Ambrogio. Sul fronte Ucraina, poi, il ministro degli Esteri - che ieri sera ha fatto il punto della situazione in una call con i suoi omologhi di Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania, Finlandia e Ucraina - ribadisce che "l'Occidente deve continuare a spingere Putin a trovare un accordo con Kiev per un cessate il fuoco e una pace duratura". Ma nega con il Pontefice si sia parlato di un eventuale ruolo di mediazione del Vaticano o della Santa Sede come possibile luogo in cui immaginare un futuro incontro tra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky. Commentando invece la notizia dell'uccisione di cinque giornalisti durante l'ennesimo raid israeliano contro un ospedale nella Striscia, il vicepremier dice che la stampa "deve poter fare il proprio lavoro". E sul tema dei media a Gaza, spiega, "abbiamo già approvato un documento insieme a tanti altri Paesi" perché "crediamo sia giusto garantire l'incolumità dei giornalisti e che i giornalisti possano compiere il loro lavoro anche nella Striscia di Gaza".

Resta sullo sfondo, invece, l'ennesima querelle con Salvini. Tajani ha provato a chiuderla domenica scorsa al Meeting di Rimini, usando peraltro toni quasi filosofici ("la forza delle idee conta più della violenza delle parole") e facendo ben attenzione a nominare mai il leader della Lega. Lo stesso ha fatto ieri ai microfoni di Agorà, su Rai3. "Se ho sentito il mio omologo francese in questi giorni? Sì. La presidente del Consiglio - risponde - si sente con Macron, io mi sento col ministro degli Esteri". Insomma, "c'è collaborazione", poi "possono esserci delle vedute differenti ma questo non significa che si debbano lacerare i rapporti". Acqua sul fuoco, dunque.

Infine la politica interna, con un passaggio piuttosto scontato in vista del prossimo vertice sulle regionali dei leader del centrodestra. A settembre, infatti, Giorgia Meloni, Tajani e Salvini dovranno trovare la quadra sui candidati delle sette regioni che vanno al voto entro fine anno, a partire da Veneto e Campania. E sulla prima delle due il leader di Forza Italia mette le mani avanti. "Non ho preclusioni nei confronti di nessuno, perché - dice - dobbiamo scegliere i candidati migliori per il migliore risultato possibile.

Certo, in Veneto non si possono fare la lista della Lega e la lista di Zaia che non ha alcun significato, perché non è che ogni esponente di partito può fare una lista". "Questo - aggiunge - non va bene e non può essere parte di un accordo politico".

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