
Dopo gli assalti con i passamontagna calati sul volto e i caschi in testa, dopo la pioggia di fumogeni e i lanci di bottiglie e petardi, arriva l'ora dei bilanci e delle responsabilità. È così che l'informativa che la Digos manderà in procura nei prossimi giorni riguarderà proprio i disordini verificatisi sabato pomeriggio durante la manifestazione antifascista non preavvisata voluta dagli antagonisti per protestare contro il Remigration summit, il primo raduno europeo dedicato alla remigrazione, ovvero all'espulsione in massa di immigrati e che si è svolto a Gallarate (Va). Anche attraverso i filmati raccolti dalle registrazioni delle telecamere di sorveglianza il documento ricostruirà nei dettagli l'accaduto distinguendo tra le singole condotte dei manifestanti che hanno partecipato al corteo svoltosi nel cuore di Milano e partito da Largo Cairoli (davanti al Castello Sforzesco), per raggiungere poi la zona della stazione ferroviaria di Cadorna, via Carducci, via Caradosso e via Leopardi dove la polizia ha azionato gli idranti.
Lo scopo di chi manifestava era quello di raggiungere la stazione del Malpensa Express che si trova appunto in via Leopardi accanto alle Ferrovie Nord in Cadorna e da lì raggiungere Gallarate. «Non avendo potuto dar sfogo a questo loro programma e non avendo potuto raggiungere nemmeno il Palazzo delle Stelline di corso Magenta, sede della rappresentanza diplomatica in Italia della Commissione europea e di un ufficio distaccato del Parlamento Europeo perché le strade intorno erano tutte bloccate dalle forze dell'ordine in tenuta antisommossa, i manifestanti hanno inscenato una guerriglia urbana» spiegano in questura.
È per questo che assumono grande importanza le scene immortalate dalle telecamere che hanno ripreso i lanci di grossi petardi, di bottiglie e di oggetti vari, ma anche quei manifestanti che, dopo aver acceso alcuni fumogeni, si sono abbassati dietro lo striscione che portavano in giro («Make Europe Antifa Again», tradotto: «Rendiamo l'Europa di nuovo antifascista») per cambiarsi e indossare caschi e vestiti neri: le singole condotte una volta isolate permetteranno di formulare precise accuse per resistenza, lanci di oggetti atti a offendere e travisamento.
Dopo un sopralluogo compiuto subito dopo il corteo e ieri in mattinata nelle aree dove si è svolta la manifestazione di sabato pomeriggio, la Digos stavolta non ha trovato scritte e nemmeno ha rilevato danneggiamenti in città. Da questo si evince che le denunce di appartenenti ai centri sociali o comunque aderenti all'area antagonista che hanno manifestato riguarderanno solo le azioni messe in atto in strada, in particolare appunto i lanci di oggetti che avevano come obiettivo il personale delle forze dell'ordine impegnato nell'ordine pubblico.
Altre denunce
specifiche saranno dirette infine agli appartenenti dal centro sociale «Zam, Zona autonoma Milano» che avrebbe organizzato la protesta, una manifestazione non preavvisata in questura, ma «ufficializzata» solo sui social.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.