Il due volte ministro appassionato di sci amato dagli avversari

Uomo della diplomazia, Frattini era entrato più volte nel totonomi quirinalizio

Il due volte ministro appassionato di sci amato dagli avversari

Il sorriso aperto da eterno ragazzo con cui annullava le distanze pur non perdendo mai la sua naturale eleganza. La grisaglia grigia di ordinanza che lasciava il posto al blu serale. La passione per lo sport e in particolare per la montagna - era maestro di sci - con le fughe a Corvara, dove aveva una casa. La coerenza nel non disconoscere mai la provenienza dall'area socialista. L'imparzialità da civil servant e la capacità di farsi apprezzare anche dagli avversari. «Non dimenticherò mai la lealtà e la competenza con le quali, dall'opposizione, collaborò alla grande riforma della P.A. del 1997-1998 che dovrebbe essere ricordata col suo nome, non solo con il mio» ha commentato Franco Bassanini.

La scomparsa di Franco Frattini la sera di Natale a seguito di una lunga malattia a cui ha cercato di resistere lavorando fino agli ultimi giorni, fa cadere un velo di tristezza sulla politica italiana e non solo. La sua vicenda umana è quella di un enfant prodige delle istituzioni. A 27 anni era già avvocato dello Stato e poi magistrato del Tar Piemonte. Nel 1986 diviene consigliere di Stato e viene nominato consigliere giuridico del Tesoro. Nel 1990 e 1991 lavora come consigliere giuridico del vicepresidente del Consiglio Claudio Martelli. Tre anni dopo viene nominato segretario generale della Presidenza del Consiglio durante il primo governo Berlusconi su suggerimento di Andrea Monorchio.

Parlamentare, esponente di Forza Italia e del Popolo della Libertà, Frattini è stato per due volte ministro degli Esteri: prima negli anni 2002-04 e poi negli anni 2008-11 (oltre a essere stato due volte ministro della Funzione Pubblica). Nel suo curriculum anche l'investitura come Commissario europeo alla Giustizia nella commissione Barroso. Era tuttora Presidente della Società Italiana per l'Organizzazione Internazionale. L'ultimo incarico, alla presidenza del consiglio di Stato gli è stato affidato lo scorso 14 gennaio. In quei giorni, il suo nome era entrato anche nel totonomi quirinalizio.

Uomo del dialogo e della diplomazia, è stato amico di molti leader e ha creato un rapporto di particolare amicizia con Colin Powell e Hillary Clinton in USA e con Aleksandar Vucic in Serbia. Era molto legato anche al presidente Giorgio Napolitano con cui si confrontava sulla politica estera. Si è occupato della tutela delle minoranze religiose nel mondo, in particolare dopo aver perso il suo caro amico Shahbaz Bhatti, ministro cattolico delle Minoranze del Pakistan, ucciso a 42 anni nel 2011 nel cuore di Islamabad. Molto legato agli animali e al suo gatto, da ministro degli Esteri ha lottato per abolire la mattanza dei delfini nelle isole Far Oer e combattere il randagismo.

«Era un uomo garbato e intelligente. Era un mio amico. Saremo fieri di portare a termine la riforma del codice degli appalti alla quale aveva lavorato con dedizione» il commento di Giorgia Meloni. Silvio Berlusconi - a cui la carriera politica di Frattini è indissolubilmente legata - conserva «il ricordo della sua grande capacità di affrontare col sorriso ma anche con assoluta professionalità e determinazione le situazioni più difficili. Franco è stato un vero servitore dello Stato, un grande italiano. Ha sempre difeso gli interessi del nostro Paese, senza mai rinunciare alla nostra idea di Europa protagonista nel mondo».

E se Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione europea saluta un vero «home d'Etat e un amico da mai dimenticare», Andrea Ronchi che tante missioni internazionali condivise con lui come ministro delle Politiche Europee ricorda «un grande ministro e una persona speciale, competente, perbene, che ha rappresentato nel modo migliore l'Italia nel mondo».

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