E in Italia l'opposizione vede il papa straniero. Ma la ricetta di Keir è l'opposto della Schlein

Riformismo contro lotta al jobs act, moderati contro campo largo. A rivendicare la vicinanza è anche Renzi

E in Italia l'opposizione vede il papa straniero. Ma la ricetta di Keir è l'opposto della Schlein
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La sinistra italiana «sogna» l'onda laburista in Europa per aggrapparsi al nuovo Papa straniero Keir Starmer. La vittoria schiacciante del partito laburista nel Regno Unito, che sancisce la fine, dopo 14 anni, della lunga stagione dei governi dei Conservatori, rianima la sinistra italiana.

L'effetto inglese può aprire la strada alla vittoria in Italia del campo largo? Paolo Gentiloni non perde tempo: «Maggioranza schiacciante del Labour, dopo 14 anni di governi conservatori culminati con la Brexit. La leadership riformista di Keir Starmer ha riportato la sinistra britannica al governo dopo una lunga fase di radicalismo minoritario».

Ivan Scalfarotto commenta a caldo: «La sinistra vince quando è riformista».

Gli exit danno 410 seggi ai laburisti: una maggioranza senza precedenti. «C'è bisogno di un nuovo laburismo».

L'aria è frizzante in casa Pd. C'è chi spera anche in un esito favorevole del voto in Francia. Una doppietta. Schlein e compagni lavorano per riproporre contro il centrodestra italiano un fronte popolare. Matteo Renzi, dopo il flop elettorale alle Europee e fresco di nomina nel Think Tank di Tony Blair, già si rivede a Palazzo Chigi: «Mi limito a dire che senza un centro riformista, la sinistra non vince. E l'esperienza britannica di questi anni lo dimostra in modo molto netto. La settimana prossima intanto sarò a Londra proprio per un dibattito (anche) su questi temi» - dice l'ex rottamatore.

Il voto inglese smentisce l'ottimismo della sinistra italiana, che vuole agganciarsi al treno laburista. In primo luogo, le elezioni in Gran Bretagna non avranno un effetto domino, contagiando l'Italia. Si tratta sicuramente di un passaggio elettorale e politico importante ma stiamo parlando pur sempre di un voto limitato a una singola nazione. A smorzare gli entusiasmi nostrani è soprattutto l'incompatibilità tra la sinistra di Starmer e quella di Schlein. Due modelli agli antipodi. La segretaria del Pd firma i referendum della Cgil contro il jobs act, il capo del partito laburista, che si appresta a entrare a Downing Street, possiede una visione piuttosto riformista e liberale del mercato del lavoro.

Più che il «nuovo Zapatero», il vincitore delle elezioni inglesi potrebbe diventare il «nuovo Renzi». Che la sinistra italiana tanto odiò. C'è però un effetto innegabile, che da stasera il voto inglese avrà sulla politica italiana: l'addio di Rishi Sunak al governo chiude una fase di grande sintonia tra l'esecutivo guidato da Giorgia Meloni e il primo ministro inglese. Una sintonia cimentata nei vari dossier.

Dall'immigrazione alla politica estera. Soprattutto sulla linea adottata rispetto al conflitto in Ucraina l'asse tra Meloni e Sunak è stato solidissimo. Un feeling mostrato nei siparietti al G7 in Puglia che hanno fatto impazzire il web.

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