
Ventimila. Per ora. Sono tanti le donne, gli uomini, i bambini uccisi in Turchia e in Siria dal terremoto di lunedì. Una cifra non immaginabile nelle prime ore dopo il terribile scossone che ha buttato giù migliaia di case in dieci province del Sud della Turchia e nella zona nord-occidentale della Siria. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che ieri ha continuato il suo tour nelle terre devastate dal sisma recandosi a Gaziantep, ieri pomeriggio parlava di 16.546 vittime tra i suoi compatrioti, un dato a cui va aggiunto quello relativo alla Siria, che supera i 3mila.
Si tratta della «tragedia del secolo», come dice lo stesso Erdogan, del terremoto più rovinoso degli ultimi anni, più di quello di Fukushima dell'11 marzo 2011. E il conto del disastro turco-siriano smbra destinato a crescere ancora. Ieri alle 4,17 locali (le 2,17 in Italia) sono ufficialmente scadute le settantadue ore della speranza, il lasso di tempo entro il quale, secondo gli esperti, è credibile trovare sotto le macerie persone ancora vive. Dopo tre giorni il freddo, la debolezza, lo scoramento, le ferite hanno quasi sempre la meglio. Malgrado questo i soccorritori non si arrendono e continuano a scavare dovunque pensano di aver sentito un flebile lamento, dovunque non hanno ancora scavato. La speranza, per fortuna, non ha data di scadenza.
E così i ritrovamenti fuori tempo massimo assumono i contorni di un miracolo laico. Ieri ce ne sono stati alcuni, che hanno allargato il cuore di tutti: un bambino di due anni, Mert Tatar, è stato salvato dopo 79 ore trascorse sotto le macerie di un palazzo di quattro piani crollato nella provincia di Hatay, mentre una bimba di tre anni, Eya Haddap, ha dovuto resistere qualche ora in meno prima di rivedere la luce. Poi due sorelle di 16 e 14 anni sepolte dalle macerie nel distretto di Golbasi, nella provincia di Adiyaman, una ragazza è stata salvata nella città di Antakya grazie alla prontezza di spirito del padre, appena liberato, che l'ha indicata ai suoi soccorritori, una bimba di sei anni è stata salvata dai soccorritori giunti dall'India a Gaziantep. Gli ultimi, probabilmente, a staccare il biglietto per la vita nel triste festival della morte.
La morte, già. Ieri sono stati estratti i corpi senza vita delle giocatrici della squadra di pallavolo del Famagusta Turkish Education Center che soggiornava in un hotel ad Adiyaman che si è sbriciolato in seguito alla scossa da 7,8 di magnitudo. Mancano all'appello anche sette italiani: l'imprenditore Angelo Zen e una famiglia di origini siriane con cittadinanza italiana, tre maggiorenni e tre minorenni. La Farnesina segue le loro vicende con attenzione ma sempre meno fiducia.
Naturalmente anche chi vive ha molte lacrime da versare. A Kahramanmaras un padre non ha mai lasciato la mano di sua figlia Irmak di 15 anni, già morta sotto le macerie, come documentato da un fotografo di un'agenzia. Genitori che perdono figli, figli che perdono genitori, ci sono migliaia di nuovi orfani per i quali il futuro è dentro un cesto incertezze. E poi ci sono centinaia di migliaia le persone che non hanno più una casa o che non possono farvi ritorno, e ieri 28.044 cittadini della provincia di Kahramanmaras sono stati evacuati e sono ora ospitati presso aree ricettive e foresterie lontane dalle terre della paura. «Nessuno rimarrà senza casa», garantisce Erdonan, che promette una ricostruzione rapida, entro un anno, e 10mila lire turche (circa 500 euro) per ogni persona colpita dal terremoto. Il tutto mentre il parlamento di Ankara lavorava a uno stato d'emergenza di tre mesi.
Forse ancora peggiore la situazione nella derelitta Siria già in ginocchio per la guerra intestina, dove circa 11 milioni di persone sono state colpite dal sisma. Si calcola che nella sola città di Aleppo ci siano 100mila senzatetto: i più fortunati, circa il 30 per cento, sono ospitate in scuole, moschee, strutture di fortuna. Gli altri sono sotto la neve a tenere l'anima con i denti. Il tutto mentre la terra continua a tremare. L'agenzia turca per la gestione dei disastri, Ahad, fa sapere che sono state registrate quasi 650 scosse di assestamento dopo le due botte di magnitudo 7,8 e 7.6 di lunedì.
L'agenzia di rating Fitch stima perdite economiche provocate dal sisma superiori ai 4 miliardi di dollari.
Il ministro degli Esteri di Ankara, Mevlut Çavusoglu, parla di 95 Paesi e 16 organizzazioni internazionali che hanno offerto aiuti alla Turchia. Solo ieri gli aiuti sono giunti anche in Siria, con un primo convoglio di aiuti diretto alle aree controllate dai ribelli. Ci sono tragedie più tragiche delle altre. E lacrime che nessuno può asciugare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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