Politica internazionale

Gentiloni cerca di spezzare il fronte dei Paesi frugali

Berlino guida la fronda contro un nuovo debito comune per rendere competitive le imprese

Gentiloni cerca di spezzare il fronte dei Paesi frugali

Il Consiglio Ue straordinario del 9 e 10 febbraio si annuncia più problematico del previsto anche se un compromesso potrebbe essere raggiunto in extremis. Fondamentalmente all'ordine del giorno è prevista la costituzione di una sorta di Fondo sovrano europeo per accelerare la transizione ecologica e non lasciare indietro le imprese del Continente che perderanno competitività a discapito di quelle Usa aiutate dall'Inflation Reduction Act da 3.659 miliardi di dollari. La Germania e tutti gli altri Paesi sono contrari e vogliono, invece, norme più lasche sugli aiuti di Stati di modo che i Paesi con più margine di bilancio possano salvarsi da soli. Sullo sfondo la riforma del Patto di Stabilità che dovrà essere conclusa entro l'anno. I tempi per la revisione sono «stretti» e il dissenso tedesco fa capire come ci sia davanti ancora un lavoro intenso, ha lasciato intendere ieri a Berlino il commissario agli Affari economici, Paolo Gentiloni.

Il ministro dell'Economia, Christian Lindner vuole garanzie su un ritmo di riduzione dei debiti più veloce per gli Stati membri e si è opposto a nuove forme di indebitamento comune. «Vediamo prima quali sono i settori e gli obiettivi», mentre sulle forme di finanziamento si potrà discutere dopo, ha spiegato Gentiloni. L'obiettivo è raggiungere un'intesa tra governi nel mese di marzo, «per consentire poi alla Commissione di fare le proposte legislative e avere il tempo necessario: ci vorrà almeno un anno per metterle in atto», ha proseguito alludendo che con la scadenza di fine della clausola di sospensione si rischia di cadere in uno stallo regolamentare.

Anche se Gentiloni spinge per una mediazione, per il premier Giorgia Meloni il compito si fa sempre più difficile. Secondo il capo del governo, la scarsa competitività delle aziende europee non si allevia risolto solo con un allentamento della normativa sugli aiuti di Stato, pena una distorsione del mercato interno. Ma proprio la netta opposizione di Germania, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Austria, Irlanda, Estonia e Slovacchia rende tutta la trattativa molto complessa. Oggi il presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, presenterà alcune comunicazioni di indirizzo prive di una vera e propria proposta legislativa, ma che serviranno da base per la discussione del summit del 9-10 febbraio.

La partita, dunque, è tutta da giocare.

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