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"Giù le mani dai libri". I 300 scrittori israeliani contro la legge di Bibi

L'appello: "Stiano fuori dalla Biblioteca nazionale". Vertice Israele-Palestina: impegno contro le violenze

"Giù le mani dai libri". I 300 scrittori israeliani contro la legge di Bibi

Si allarga la protesta contro il governo Netanyahu in Israele. Dopo le manifestazioni per denunciare la controversa riforma della giustizia sono adesso gli scrittori a insorgere dopo che il ministro dell'istruzione Yoav Kisch ha annunciato l'intenzione di intervenire nelle nomine della direzione della Biblioteca nazionale israeliana, con l'obiettivo di rimuovere il rettore, l'ex procuratore di stato Shai Nitzan considerato ostile al premier.

Sono trecento gli scrittori israeliani - fra cui David Grossman, Haim Beer, Fania Oz-Salzberger e Galia Oz - che hanno sottoscritto la petizione. «Ci opponiamo ad ogni intervento politico nella scelta della direzione della Biblioteca nazionale». Se ciò non avvenisse, «non consegneremo più a quella istituzione i nostri archivi e i nostri nuovi libri». I politici di destra hanno preso di mira la biblioteca nell'ultimo anno. Nitzan infatti è stato coinvolto nella preparazione delle accuse di corruzione proprio contro Netanyahu. Nitzan è stato però dipinto dagli alleati del primo ministro, come un attivista di sinistra deciso a rimuovere il premier dall'incarico con mezzi illegittimi. Un avvertimento analogo al ministro Kisch è giunto anche dall'Università ebraica di Gerusalemme, che minaccia di ritirare dalla Biblioteca Nazionale opere culturali di grande importanza fra cui gli archivi del premio Nobel Shmuel Yosef Agnon e i manoscritti di Naftali Herz Imber, autore del testo di Ha-Tikwa, l'inno nazionale israeliano. Questo scontro sempre più acceso arriva mentre le tensioni in Cisgiordania continuano a salire. Ieri sono stati uccisi altri due israeliani vicino a Nablus. E come reazione il governo ha dato il via libera a una proposta di legge che intende legalizzare la pena di morte per le persone accusate di terrorismo. L'annuncio è arrivato da parte dello stesso Netanyahu e del ministro per la Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, fautore del provvedimento. «Colpiremo il terrorismo con forza», ha detto il primo ministro. «In questo giorno difficile - ha sottolineato Ben Gvir - non c'è nulla di più simbolico che approvare questa legge, giusta e morale».

Le due vittime Hillel Yaniv, 21 anni e Yagel Yaniv, appena 16, sono state trucidate in un attacco terroristico a Huwara. Un uomo armato palestinese ha aperto il fuoco contro la loro auto, in autostrada. Poi è fuggito a piedi.

Tutto ciò mentre dal vertice di Aqaba in Giordania israeliani e palestinesi su pressione Usa si sono impegnati a «ridurre l'escalation», hanno concordato misure per riprendere il coordinamento della sicurezza e lo Stato ebraico ha promesso di «interrompere qualsiasi nuovo insediamento per sei mesi». Decisione che ha mandato su tutte le furie il ministro delle Finanze, Bezalel Smotrich.

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