Il governo deve tutelare l'identità italiana

Le parole del ministro dell'agricoltura Francesco Lollobrigida sull'esistenza e la necessità di tutelare "un'etnia italiana", hanno suscitato numerose polemiche per l'utilizzo del termine etnia riferito all'italianità.

Il governo deve tutelare l'identità italiana
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Le parole del ministro dell'agricoltura Francesco Lollobrigida sull'esistenza e la necessità di tutelare «un'etnia italiana», hanno suscitato numerose polemiche per l'utilizzo del termine etnia riferito all'italianità. Eppure, al di là della questione etimologica, è innegabile l'esistenza di un'identità italiana caratterizzata da una storia e da tradizioni, valori, costumi e una lingua comune. La nascita della nazione italiana che incarna tale identità è antecedente alla fondazione dello Stato unitario. Già in Dante e nella sua Commedia si riscontra la genesi dell'italianità che viene poi approfondita nel dibattito sul «mito del primato italiano» tra il XVIII e il XIX secolo. I principali protagonisti di questa teoria sono autori come Giambattista Vico, Vincenzo Cuoco e Vincenzo Gioberti, autore del Primato civile e morale degli italiani. Questo dibattito verrà poi ripreso da Benedetto Croce secondo cui il carattere di un popolo è «la sua storia, tutta la sua storia, nient'altro che la sua storia» ma sarà soprattutto Giovanni Gentile a parlare di una «tradizione italiana».

Con il Risorgimento emerge la necessità di definire una «coscienza nazionale» che si concretizza in una serie di valori condivisi dagli italiani che caratterizzano la nazione. Valori che è necessario tutelare e tramandare. Per questo motivo il crollo della natalità non è solo un serio problema socio-economico ma anche culturale perché perdere abitanti significa anche smarrire tradizioni che si tramandano nel corso dei secoli, un fenomeno già reso evidente dallo spopolamento, in particolare dei paesi dell'entroterra e dell'Appennino. Se è vero che l'identità italiana è «frutto di una vicenda millenaria, ricca di prestiti e contaminazioni» come scrive Ernesto Galli della Loggia nel suo libro sul tema, è altresì vero che è «resa possibile dall'esistenza di un unico terreno storico». Negare la presenza di un «raggruppamento linguistico e culturale» che accomuna tutti gli italiani, significa non ricordare la nostra storia e cercarla di riscrivere in linea con i dettami del politicamente corretto. È compito del governo nazionale (qualunque sia il suo colore politico) difendere l'identità del proprio popolo. Ciò vale tanto in ambito culturale e linguistico quanto nel settore dell'alimentazione, nella manifattura, nei settori di eccellenza che costituiscono il cosiddetto «made in Italy».

Colpisce che molti critici del concetto di identità riferito all'Italia, siano gli stessi che elogiano il diritto dell'Ucraina di combattere per la propria nazione. Se si ritiene l'identità un concetto valido, deve esserlo sempre, specie se legato alla propria nazione.

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