
Conoscete Donna Haraway? Se non la conoscete meglio per voi, ma non pensiate che ve ne parliamo per rovinarvi la giornata. Tutt'altro: per mettervi in guardia da un pensiero debolissimo che si fa strada sotto la pelle del bel mondo con una potenza esplosiva. E soprattutto perché ieri è stata insignita del Leone d'oro alla carriera dalla Biennale di Venezia. E di carriera e di influenza sul pensiero corrente innegabilmente ne ha avute. Dunque, cerchiamo di fare un minimo di ordine, ma preparatevi a salire su un ottovolante nel quale si perde facilmente l'orizzonte ottico del buonsenso. Donna Haraway, filosofa e docente, è caposcuola della teoria cyborg, ramo del pensiero femminista che studia il rapporto tra scienza e identità di genere.
Tutto molto poco chiaro? Assolutamente sì. Il pezzo forte del suo impianto teorico è il chthulucene e no, non è un refuso tipografico ma più probabilmente intellettuale. Chthulucene sarebbe l'era successiva alla nostra, nella quale la filosofa auspica una riduzione numerica degli umani. Come? Smettendo di fare figli e creando legami invece che parentele. Non solo, sostiene che sia necessario superare i dualismi che ci pervadono: uomo/donna, corpo/mente. Non preoccupatevi: a questo punto del ragionamento aver preso un'aspirina contro il mal di testa è del tutto normale. Cosa poteva mancare a tutto ciò se non l'ossessione fascista in assenza di fascismo? Smarcatela, c'è anche quella ed è l'ingrediente segreto che fa impazzire del tutto la maionese. Ricevendo il premio ha avuto modo di dire queste parole: «Anche questo leone raffigura la fluidità delle cose, ora vigila qui sul mio tavolo ed è pronto ad affrontare i fascisti in tutto il mondo e ce ne sono molti oggi». Potrebbe già bastare così. Ma non è finita: «Viviamo tempi di razzismo misoginia e io urlo: fate legami e non fate bambini, siamo già dieci miliardi. La sopravvivenza della terra va data ai cyborg, che ci aiutano a non distruggere il pianeta. Questo leone deve mordere i fascisti che scappano». Tutto vero: i cyborg e la decrescita del genere umano per combattere il fascismo e salvare il pianeta e pure il leone della Biennale che morde le terga degli inesistenti camerati. Ultima e sinceramente non necessaria forma di resistenza al buonsenso. Se fosse tutto uno scherzo dadaista o il frutto di una scorpacciata di LSD, licenzieremmo la pratica con un'ampia risata.
Ma è tutto reale: cyborg partigiani e bambini che bisogna far smettere (ulteriormente) di nascere per combattere l'antropocene e fluidificare quegli sciagurati di uomini e donne. Chissà se la filosofa è al corrente che Donna in italiano definisce il genere femminile. Nome assolutamente duale. Urge andare all'anagrafe.