I tre "Volenterosi" chiamano Trump. "Ma niente truppe". Oggi tocca a Putin

Merz-Starmer-Macron sentono il tycoon. Retromarcia sui soldati. Si sfila la Polonia

I tre "Volenterosi" chiamano Trump. "Ma niente truppe". Oggi tocca a Putin
00:00 00:00

Ieri a Roma il neo cancelliere tedesco Merz ha sondato gli umori di Washington prima della telefonata tra ciò che resta della cosiddetta coalizione dei Volenterosi (Gran Bretagna, Francia e Germania) e il presidente americano Trump. Toccherà infatti al tycoon parlare oggi con l'omologo Putin per trovare una via d'uscita al conflitto russo-ucraino. Lo stallo diplomatico tra Mosca e l'Europa non è stato risolto con gli ultimatum dei giorni scorsi: né dall'iper-attivismo dell'Eliseo privo di risultati, né dall'espressione di contrarietà alle richieste russe, esplicitata a margine della riunione della Comunità politica europea a Tirana, in cui Parigi, Londra, Berlino e Varsavia hanno bocciato senza proposte alternative lo status di neutralità per l'Ucraina, la rinuncia alle riparazioni di guerra e il riconoscimento della perdita della Crimea e delle 4 regioni occupate come russe.

Trump è l'unico occidentale ad avere un canale aperto con Putin, seppure a singhiozzi. Macron, «padre» dell'idea di una forza di «rassicurazione», sostiene di aver deciso di non ingaggiare truppe in modo diretto in Ucraina, per non fare la Terza guerra mondiale. Ma nei fatti la cornice di sicurezza immaginata da Parigi e Londra partiva da lì: Berlino si aggiunta, con un Merz semplicemente disposto ad approfondire il formato. E ieri si è sfilata anche la Polonia dal quartetto, almeno dal confronto telefonico con cui Macron, il britannico Starmer e Merz provano a chiedere a The Donald di ottenere da Putin un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni e, con ogni probabilità, l'impegno a sedersi a un tavolo di trattativa che preveda la presenza di alcuni Paesi occidentali in Ucraina.

Secondo le ipotesi dell'inquilino dell'Eliseo, esposte chiaramente in tv e via via curiosamente rimodellate visto il fuggi fuggi dal piano di inviare truppe anche senza «l'unanimità» dei partner occidentali, l'America dovrebbe svolgere una sorta di ruolo di garante. Non solo nel processo di pace tessuto finora solo dalla Casa Bianca. Ma pure nei cieli ucraini, sorvegliando in prospettiva il fronte con satelliti pronti a segnalare eventuali violazioni del cessate il fuoco. L'Ue è fuori dai tavoli diplomatici, mentre la Casa Bianca potrebbe far svoltare gli eventi. Anche Von der Leyen ha detto che potrebbe essere «una settimana cruciale» ringraziando «gli sforzi degli Stati Uniti» e non quelli dei Volenterosi. Merz si è posizionato nel mezzo: tra le ipotesi militari franco-britanniche e quelle diplomatiche statunitensi: «La mia impressione è che sia gli europei sia gli americani siano determinati a lavorare insieme, ora anche in modo mirato». Ieri si è fatto lui portavoce del gruppo ridotto a tre, da cui si è tirata fuori Giorgia Meloni.

Dopo la chiamata da Kiev a Trump della scorsa settimana, «abbiamo concordato di parlare ancora una volta con il presidente Usa» in preparazione del suo colloquio con Putin, ha detto Merz, incassando però il forfait della Polonia. La versione polacca per smarcarsi dalla telefonata? «Motivi elettorali», ha fatto sapere il premier Tusk. Non è però un mistero che la Polonia non sia intenzionata a inviare truppe. Senza più neanche il leader polacco, il trio Merz-Stamer-Macron chiede agli Usa di tenere a bada il Cremlino; fargli accettare un cessate il fuoco incondizionato e spingerlo a trattare direttamente anche con Zelensky.

Ma nel suo ruolo di ponte con gli Usa, riconosciuto ieri anche dal vicepresidente Usa Vance, era già stata la premier Meloni a telefonare a Trump, sabato, per parlare della crisi in vista del colloquio tra lo zar e il tycoon; e lo ha fatto da una posizione sganciata da qualunque piano franco-britannico che ipotizzi l'invio di truppe in Ucraina senza passare prima da una cornice internazionale come le Nazioni Unite, e dunque da un processo diplomatico.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica