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Immagini d'epoca, ritratti di famiglia e moto. Il Palazzo festeggia i papà, non "genitore uno"

Il centrodestra compatto celebra San Giuseppe. Solite polemiche dei laicisti

Immagini d'epoca, ritratti di famiglia e moto. Il Palazzo festeggia i papà, non "genitore uno"

Genitore uno? No, grazie. E nemmeno due. Ieri si è celebrata la festa del papà. Sì, piaccia o no. Del papà. Una festa ancora salva e, per fortuna, non ancora messa in discussione. Indenne da polemiche e accuse Almeno per ora. Ma aspettiamoci di tutto. Mai dire mai, soprattutto con i tempi che corrono. Ma come si dice in questi casi «fin che c'è vita c'è speranza». Almeno quella. E fin quando c'è la festa di San Giuseppe (con le sue zeppole fritte, o al forno per chi è a dieta) la festa del papà va celebrata. A farlo non solo i figli e i padri di tutta Italia ma anche i politici che hanno affidato ai social un loro personale pensiero.

Come il presidente del Consiglio Giorgia Meloni che, pubblicando una foto del compagno Andrea Giambruno insieme a sua figlia Ginevra, ci ha tenuto ad augurare buona festa a tutti i papà. «Ai sacrifici che fate per dare il massimo ai vostri figli, a come sapete tornare bambini quando giocate con loro, allo sguardo forte e rassicurante che sapete mantenere anche quando la vita vi mette di fronte alle prove difficili. Per questo, e per tanto altro, auguri a tutti i papà» ha scritto il presidente che, almeno ieri, ha disertato Palazzo Chigi per stare in famiglia. Già, perché la famiglia è sacra ed è anche grazie ai papà e ai loro insegnamenti (come quelli della mamma) che si cresce «con il sole in tasca» come ha sottolineato il presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi ricordando suo padre Luigi. «Auguri a tutti i Papà. A quelli che lavorano e si impegnano per dare un futuro migliore ai propri figli e anche a quelli che non ci sono più, come il mio, che mi ha insegnato ad avere sempre il sole in tasca e a saperlo donare agli altri».

Ma potevano mancare gli auguri di Matteo Salvini? Ovviamente no. Mirta in spalle (nonostante sia cresciuta) e via verso Genova. Per il vicepremier e ministro dei Trasporti giornata all'acquario. «Oggi sono qui soprattutto come papà per rispettare una promessa fatta a mia figlia: riportarla all'acquario dopo tanto tempo». E così ha fatto. Più cristiano il messaggio dell'altro vicepremier, Antonio Tajani: «Viva San Giuseppe, protettore dei padri di famiglia e patrono della Chiesa universale», - ha scritto su Twitter - «Auguri a tutti i papà, soprattutto a quelli che oggi non possono abbracciare i loro figli». Ma uno che lo può abbracciare (e siamo certi lo avrà fatto) è Giuseppe Conte (Giuseppi per gli amici) che sui social ha pubblicato una foto stile «Chips» (serie Tv americana anni 80 che racconta le vicende della polizia autostradale della California, ndr.) in sella ad una moto insieme a suo figlio. Peccato che il figlio non si veda. Ad essere in primo piano è lui. E il suo folto ciuffo. Come al solito. «Fra i tanti momenti vissuti con particolare intensità, quelli condivisi con i figli vanno di diritto nel cassetto più bello dei ricordi», - recita la didascalia - «Non è mai semplice crescere un figlio, ma è un'emozione continua provare a crescere con lui e per lui». Commovente. Un po' meno è Carlo Calenda che pubblicando la foto insieme ai suoi figli ha scritto: «Trentaquattro anni di paternità. Sono un pò stanchino». Ma ieri è stato anche il giorno delle polemiche. Nichi Vendola (Genitore uno o due non è dato sapere) in un video ha detto: «È curioso ricordare San Giuseppe che è il simbolo, è l'icona della paternità. Peccato che San Giuseppe non fosse il papà biologico di suo figlio, ma un papà sociale, un papà d'anima, un papà spirituale». Proprio come Vendola.

Ops, «san» Nichi da Terlizzi.

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