
Oggi la strada 232 che corre parallela al confine con Gaza è percorsa dalle auto dei civili che abitano nell'area, dalle vetture dei riservisti e dai convogli militari impegnati nella guerra nella Striscia. Di rado si incontra qualche autobus di visitatori (pressoché tutti ebrei provenienti in prevalenza dal Nord America) in una zona che è diventata un grande luogo della memoria di quel terribile 7 ottobre 2023. Dalla città di Sderot in cui avvenne il lungo assedio dei terroristi di Hamas alla centrale di polizia, la strada scende verso sud costeggiando i Kibbutz più colpiti nell'attacco a cominciare da Kfar Aza. Proseguendo verso sud, a metà strada tra due luoghi simbolo del 7 ottobre, i Kibbutz Be'eri e Re'im, si trova il terreno in cui quella mattina si stava svolgendo il Nova Festival. Nel massacro al rave party furono uccise 378 persone (di cui 344 civili), mentre altre 44 persone furono prese prigioniere come ostaggi, in gran parte giovani e giovanissimi. Oggi in quell'area che fino a due anni fa era una radura è stato realizzato un grande memoriale con le fotografie e la storia di ognuna delle vittime di Hamas e un fiore in memoria di chi perse la vita quel giorno. Accanto alle foto si trova un campo con dei fiori rossi in metallo a rappresentare le giovani vite spezzate. Il memoriale del Nova Festival è un luogo commovente in cui il ricordo per chi non c'è più si mescola alla speranza per il ritorno degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas ricordati con il nastro giallo diventato un simbolo in loro onore.
Ebrei da tutto il mondo arrivano qui per pregare, mentre numerosi riservisti e militari dell'Idf impegnati nella vicina guerra a Gaza visitano il memoriale per non dimenticare dove tutto è cominciato. Chiediamo a Ofir, un giovane riservista di 25 anni, di tradurci il testo in ebraico scritto su un pannello: "Sono gli ultimi messaggi scritti da una ragazza alla sua famiglia prima di essere uccisa da Hamas. È una disperata richiesta di aiuto". Sono tante le storie simili di chi ha provato fino all'ultimo a salvarsi scappando dal massacro e rifugiandosi sugli alberi, nelle fogne, nei rifugi anti-missili senza però riuscirci.
Non a caso il luogo del Nova Festival ieri è stato uno dei luoghi simbolo delle celebrazioni per il secondo anniversario del 7 ottobre, parenti e amici delle persone uccise al rave party sono arrivate da tutta Israele osservando un minuto di silenzio nel luogo dell'attacco e lasciando bandiere israeliane, fiori, candele e fotografie. Anche nei vicini Kibbutz sono avvenute numerose cerimonie tra cui a Kfar Aza dove gli abitanti sopravvissuti si sono riuniti nei luoghi in cui si sono svolti feroci combattimenti contro l'attacco di Hamas pregando per il rilascio degli ultimi due ostaggi del villaggio e spiegando: "Vogliamo ricostruirlo".
Sempre ieri Israele ha rafforzato la sicurezza lungo il confine con la Striscia di Gaza con le forze di polizia e l'esercito dispiegati in diverse località e a Tel Aviv, alla fontana di piazza Dizengoff, in molti hanno deposto fiori vicino alle immagini e ai memoriali delle vittime israeliane dell'attacco del 7 ottobre. "Viviamo il trauma ogni giorno, è come se fosse successo ieri", dicono alcuni dei presenti nelle piazze mentre una giovane donna depone un fiore in memoria del suo ragazzo con un biglietto e la scritta "mi manchi".