"Il leader è introvabile". Salta l'incontro segreto con Witkoff e JD Vance

Trump e Erdogan hanno provato a organizzare il summit a Istanbul

"Il leader è introvabile". Salta l'incontro segreto con Witkoff e JD Vance
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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il suo omologo turco Recep Tayyip Erdogan avevano cercato segretamente di organizzare un incontro tra alti funzionari statunitensi e iraniani a Istanbul questa settimana, nel contesto dell'escalation della guerra tra Israele e l'Iran. Ma il loro tentativo è fallito perché non è stato possibile contattare e avere l'approvazione della Guida Suprema dell'Iran, l'ayatollah Ali Khamenei, che ha fatto perdere le sue tracce e si è nascosto in un bunker segreto per timore di essere assassinato. Lo hanno rivelato ad Axios tre funzionari statunitensi e una fonte a conoscenza diretta della questione, secondo cui lunedì, mentre si trovava al G7 in Canada, il presidente americano ha ricevuto una telefonata dal presidente turco, che gli proponeva di ospitare un incontro per l'indomani a Istanbul tra americani e iraniani nel tentativo di trovare una soluzione diplomatica alla guerra. Trump si era detto d'accordo e disponibile a inviare in Turchia l'inviato della Casa Bianca Steve Witkoff - che ha già condotto i negoziati con Teheran nelle settimane scorse con la mediazione dell'Oman - e il vice JD Vance. Addirittura sarebbe stato disponibile lui stesso ad andare a Istanbul e incontrare, se necessario, il presidente iraniano Masoud Pezeshkian. Tra l'altro, sostiene ancora Axios, prima di ricevere la telefonata di Erdogan, Trump aveva ricevuto "segnali" dagli iraniani sulla disponibilità a un incontro. Erdogan e il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan hanno poi trasmesso la proposta al presidente iraniano Pezeshkian e al ministro degli Esteri iraniano Abbas Aragchi, ma anche loro non sono riusciti a contattare Khamenei. La Turchia ha dovuto quindi comunicare agli Usa che l'incontro era annullato. Ecco perché Trump sul suo social Truth, mentre lasciava in anticipo il G7, scriveva: "L'Iran avrebbe dovuto firmare l'accordo che gli avevo detto di firmare. Che vergogna e che spreco di vite umane".

Erdogan è tornato intanto a paragonare Benjamin Netanyahu ad Adolf Hitler. Ha accusato Israele di essere responsabile della crisi in Medio Oriente, puntando il dito contro una politica generalizzata di "occupazione, invasione, distruzione e massacro", senza risparmiare accuse al premier israeliano, che - ha detto - gode del sostegno "incondizionato" delle potenze occidentali. "Oltre a Gaza, Israele ha attaccato anche Libano, Yemen, Siria e, dal 13 giugno, il nostro vicino Iran è nel mirino del terrorismo di stato israeliano", ha tuonato mentre a Istanbul è in corso la riunione dell'Organizzazione della cooperazione islamica.

"Come con la scintilla accesa da Hitler 90 anni fa incendiò il mondo intero, oggi le ambizioni di Netanyahu non hanno altro obiettivo che trascinare la nostra regione e il mondo in un grande disastro", ha incalzato, tornando a offrirsi come mediatore per la pace e sollecitando la comunità internazionale a smettere di credere alle "parole velenose di Netanyahu, confezionate con elogi, ma volte in fondo ad aggravare ulteriormente i conflitti". "La soluzione - ha detto Erdogan - è nella diplomazia e nel dialogo".

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