L'Eurocamera: sì alla Palestina. Netanyahu: "Non ci sarà mai"

Salta il riferimento al genocidio. Maggioranza e opposizione italiane divise. A favore Forza Italia e Pd, contrari Lega e M5S, astenuti FdI e Sinistra

L'Eurocamera: sì alla Palestina. Netanyahu: "Non ci sarà mai"
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La parola "genocidio" non c'è, troppo divisiva e indigeribile per il Ppe, che si è battuto duramente contro. Ma alla fine compare l'invito ai 27 Paesi membri perché riconoscano lo Stato di Palestina, perché introducano sanzioni contro i ministri dell'ultradestra religiosa israeliana Smotrich e Ben Gvir e - tra le altre cose - sospendano parzialmente l'Accordo di associazione Ue-Israele in materia commerciale e di sospendere il sostegno bilaterale dell'Ue a Israele. Dopo lunghe trattative, l'Europarlamento trova la quadra, accoglie pienamente le proposte enunciate il giorno prima dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen nel suo discorso sullo stato dell'Unione e vota infine con 305 deputati a favore (151 contrari e 122 astenuti) una risoluzione comune sulla guerra a Gaza e la crisi umanitaria nella Striscia. Ha un valore politico e simbolico, non è giuridicamente vincolante. Ma per la prima volta da inizio legislatura una risoluzione sulla crisi nella Striscia passa con un voto in Aula. L'Eurocamera trova la maggioranza su Gaza, ma il voto dell'Eurocamera su Gaza spacca sia la maggioranza che l'opposizione italiane. Forza Italia si è pronunciata a favore, Fratelli d'Italia si è astenuta, la Lega ha votato contro. All'opposizione, invece, Pd favorevole, Movimento 5 Stelle contrario, così come Leoluca Orlando per Europa Verde, astenuta Ilaria Salis, per la delegazione di Sinistra Italiana. "Nonostante la bocciatura di molti emendamenti inaccettabili dell'estrema sinistra e l'approvazione di emendamenti migliorativi, la risoluzione non ha raggiunto l'equilibrio che avremmo voluto e che il dramma di Gaza avrebbe richiesto", spiega Carlo Fidanza, capodelegazione di Fratelli d'Italia (Ecr).

Il titolo della risoluzione "Gaza al limite" contiene nel suo seguito tre concetti chiave: "l'azione dell'Ue per combattere la carestia, l'urgente necessità di liberare gli ostaggi e di procedere verso una soluzione a due Stati". La prospettiva di una nazione palestinese viene tuttavia bocciata, nuovamente e senza eccezioni, da Benjamin Netanyahu. Ma la posizione del governo israeliano è nota ormai. Nel frattempo, gli eurodeputati esprimono seria preoccupazione per la "catastrofica" situazione umanitaria nella Striscia e sollecitano un'azione urgente. Strasburgo invita a ripristinare subito il mandato e i finanziamenti dell'Unrwa, con un controllo "rigoroso", condanna con forza il blocco degli aiuti, si oppone fermamente all'attuale sistema di distribuzione e chiede l'apertura di tutti i valichi di frontiera. "Allarmati dalle gravi carenze alimentari e dalla malnutrizione dovute alla restrizione degli aiuti", i deputati chiedono accesso pieno, sicuro e senza ostacoli a cibo, acqua, forniture mediche e riparo, oltre al ripristino immediato delle infrastrutture vitali. Sollecitano tutte le parti a rispettare i propri obblighi umanitari ai sensi del diritto internazionale. E chiedono un cessate il fuoco immediato e permanente e il rilascio istantaneo e incondizionato di tutti gli ostaggi israeliani, con l'invito a Ue e Stati membri a usare la loro influenza diplomatica per esercitare pressioni su Hamas affinché liberi tutti i rapiti.

Il Parlamento non risparmia parole dure per i "crimini barbari" di Hamas, denuncia l'uso dei civili come scudi umani da parte del gruppo terroristico contro il quale chiede sanzioni concrete. Scompare invece, dopo complesse trattative, il riferimento diretto ai "crimini di guerra di Israele", sostituito dall'appello a indagare "su tutti i crimini di guerra e le violazioni del diritto internazionale". L'Aula riafferma l'impegno per la sicurezza di Israele e il suo "inalienabile diritto all'autodifesa" e riconosce che lo Stato ebraico resta un partner strategico nella lotta al terrorismo. Un diritto - si dice - che non può giustificare però azioni militari "indiscriminate" a Gaza.

Gli europarlamentari si dicono preoccupati per "le continue operazioni militari nella Striscia, che si sono tradotte in sofferenze insopportabili per i civili". Condannate infine "le politiche di annessione e il rapido avanzamento degli insediamenti israeliani".

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