
Gli amici "veri", quelli che restano sempre e nonostante tutto. E poi colleghi a cui aveva fatto scuola, operatori televisivi oramai ingrigiti dalla pensione, parecchie ex guardie del corpo, tanta gente comune e, naturalmente, qualche celebrità di secondo piano che non ha esitato a cavalcare anche la scena di un funerale. L'"ultima diretta" di Emilio Fede (così l'ha definita la figlia Sveva) si è tenuta ieri pomeriggio alla chiesa di Dio Padre di Segrate in un'atmosfera particolarmente commovente e triste, nonostante il tempo splendido. La camera ardente del grande giornalista televisivo ed ex direttore del Tg1 e del Tg4 - morto martedì a 94 anni proprio a Segrate alla Residenza San Felice dove era ricoverato da tempo - era stata chiusa al pubblico per volontà della famiglia; le esequie, invece, erano aperte a tutti, tuttavia la chiesa ha stentato a riempirsi. Accanto a Sveva mancava persino Simona, la figlia maggiore di Emilio Fede, che proprio a qualche minuto dall'inizio della cerimonia funebre ha annunciato ai media di aver denunciato la sorella che, a suo dire, le avrebbe impedito a più riprese di rivedere il padre con il quale invece avrebbe voluto riconciliarsi dopo aver vissuto a lungo all'estero.
Ad accompagnare Sveva Fede ieri in chiesa c'era invece un Paolo Brosio traboccante di commozione. Stretto a un mazzo di fiori bianchi che ha tenuto in mano prima, durante e dopo la cerimonia, l'ex giornalista, che Fede considerava una sua creatura "venuta alla luce" all'epoca di Tangentopoli, ebbro di ricordi, non riusciva a staccarsi dal feretro decorato di gerbere multicolori. "Se non ci fosse stato lui non sarei arrivato a fare tanti programmi - ha detto Brosio -. Avevo fatto solo la carta stampata e trovare Fede come padre putativo è stato come toccare il cielo con un dito. Sono dispiaciuto perché le cose incredibili fatte da Rai e Sky per ricordarlo non sono state fatte dalla rete dove ho iniziato. Eppure qui Fede ha lanciato tutti".
Tra i primi ad arrivare davanti alla chiesa in lacrime c'è Puccio Fede, fratello minore di Emilio e sua fotocopia. "Non ci vedevamo più tanto spesso, perché io vivo all'estero, in Africa, ma siamo sempre rimasti in contatto" ha spiegato. Accanto a lui s'incamminano insieme Marcello Dell'Utri e Gianfranco Micciché. "Più che condoglianze bisognerebbe fare le congratulazioni, per quanto e per come ha vissuto - ha detto Dell'Utri -. Di Fede ho tanti ricordi, ma nell'ultimo periodo non ci siamo più sentiti. Era molto dispiaciuto di non poter parlare più con Berlusconi". Micciché sorride: "Emilio era un uomo di straordinaria simpatia e intelligenza. Gli volevo bene. Ci divertivamo insieme". Emozionatissimo e di poche parole Adriano Galliani, che ci ha tenuto a sottolineare di trovarsi al funerale "per un momento privato"; quindi i giornalisti Claudio Brachino e Gabriella Simoni, il direttore di Novella 2000 Roberto Alessi, il sottosegretario all'Editoria Alberto Barachini, il meteorologo Mario Giuliacci.
Breve ma molto efficace l'omelia di don Giacomo Cazzaniga che si è soffermato soprattutto sulla seconda parte della vita dell'anziano giornalista, trascorsa nella Residenza San Felice, definendola "tempo prezioso durante il quale Emilio Fede ha riscoperto Dio e i sacramenti".
Un periodo sul quale, al termine delle esequie, si è incentrata anche la bellissima lettera "Carissimo Emilio" scritta e letta da Don Carlo, parroco proprio della Rsa e padre confessore di Fede.Un lungo applauso sul sagrato della chiesa, quindi la salma ha raggiunto la tomba di famiglia della moglie Diana De Feo, a Napoli, nella cappella di Mirabella Eclano, dove sarà cremata.