Manovra, parte il tavolo di confronto

Il Tesoro pronto ad ascoltare le opposizioni. Pensioni, la rivalutazione vale 5 miliardi

Manovra, parte il tavolo di confronto
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Il cantiere della manovra entra nel vivo con la preparazione del Documento programmatico di finanza pubblica (Dpfp), quello che fino a due anni fa era la Nadef. Lo strumento sarà più ampio e conterrà non solo il quadro tendenziale, ma anche gli obiettivi programmatici di politica economica e di finanza pubblica, in coerenza con il nuovo indicatore della spesa netta previsto dalle regole europee. Una risoluzione parlamentare definirà inoltre il perimetro del Dpfp, del Documento programmatico di bilancio da inviare a Bruxelles e della nota tecnica al ddl di bilancio, potenziando così il set informativo a disposizione del Parlamento. L'intenzione del Tesoro è coinvolgere anche le opposizioni: più il percorso sarà condiviso, più agevole sarà l'iter parlamentare. Ecco perché oggi è in programma un primo vertice tecnico a Via XX Settembre dai toni ecumenici. Non si tratta di un confronto sulle misure, piuttosto sul metodo e sulla cornice macroeconomica. Poi, ovviamente, starà a ogni parte politica agire responsabilmente.

Resta però il nodo delle risorse. Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti a Cernobbio ha scherzato: "Come c'è il calciomercato in agosto, c'è anche una manovra-mercato tra agosto e settembre". L'ordine di grandezza della legge di bilancio potrebbe aggirarsi intorno ai 30 miliardi, ma al momento non sono ancora state individuate coperture certe né per i circa 4 miliardi richiesti dalla sanità, né per la riduzione dell'Irpef dal 35 al 33% sui redditi fino a 60mila euro, misura che ne vale altrettanti.

Proprio sul fronte fiscale, Forza Italia ha ribadito la propria proposta di bandiera. "Come Forza Italia abbiamo fatto una serie di proposte sulle quali stiamo lavorando: la riduzione dell'Irpef dal 35 al 33%", ha dichiarato al termine di una riunione di partito sul tema il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, sottolineando che l'obiettivo è "aiutare il ceto medio, a cui va la nostra massima attenzione in questo momento". Il capitolo pensioni resta tra i più delicati. La rivalutazione degli assegni secondo i meccanismi vigenti costerebbe circa 5 miliardi nel 2026, calcolati sulla base dell'inflazione acquisita all'1,7% per il 2025. L'esecutivo valuta anche la sterilizzazione dell'aumento di tre mesi dell'età pensionabile previsto dalla legge Fornero dal 2027, misura che a regime peserebbe circa 3 miliardi. La Lega spinge per utilizzare il Tfr come rendita per anticipare l'uscita a 64 anni o per rilanciare la previdenza complementare, ma lo spazio di bilancio è incerto.

Sul fronte delle entrate, a dare respiro ai conti è il calo dei rendimenti sui titoli di Stato. Secondo Bloomberg, il governo avrebbe così ottenuto margini fiscali aggiuntivi per 13 miliardi in due anni (5 nel 2025 e 8 nel 2026). Una boccata d'ossigeno, ma non una copertura stabile: le regole Ue richiedono che le spese permanenti siano finanziate da entrate strutturali, e non da risparmi temporanei sugli interessi. La prudenza del Tesoro ha comunque trovato il riconoscimento dei mercati, con lo spread ormai stabile a quota 85 punti.

Oltre a fisco e pensioni, la terza architrave della manovra sarà la difesa. Giorgetti ha avvertito che l'obiettivo di portare le spese al 2% del Pil, in linea con gli impegni Nato, "implica una maggiore pressione sui conti pubblici, che dobbiamo valutare".

Oggi il tema approderà già in Aula alla Camera con le mozioni dell'opposizione, in un confronto che si preannuncia acceso. Sanità, pensioni, riduzione delle tasse e difesa: sono questi i pilastri della prossima manovra. La prima uscita del Dpfp - da licenziare entro il 20 ottobre - offrirà al Parlamento e a Bruxelles il quadro dettagliato.

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