"Meloni è una cortigiana". Scontro premier-Landini

Lei: sei obnubilato, mi dai della prostituta. Lui: un giudizio politico. Fdi: ecco il patriarcato della sinistra. Schlein tace

"Meloni è una cortigiana". Scontro premier-Landini
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E pensare che sono passati poco più di due anni e mezzo da quando Giorgia Meloni è intervenuta al diciannovesimo congresso della Cgil. Un evento, perché per la prima volta il Palacongressi di Rimini metteva insieme il popolo della sinistra-sinistra con la premier del governo più a destra della storia repubblicana. Il rosso e il nero. Una congiunzione astrale fortemente voluta proprio da Maurizio Landini, che nell'occasione fu contestato dalla minoranza interna e si fece personalmente garante con Palazzo Chigi che l'accoglienza dei mille delegati in platea sarebbe stata "educata e rispettosa dell'ospite e del suo ruolo". Così andò. E dopo circa trenta minuti di intervento Meloni lasciò Rimini nell'inevitabile gelo della sala, ma senza né fischi né contestazioni.

Passati meno di mille giorni, lo scenario si è completamente ribaltato. Con la Cgil che si è mobilitata più volte contro il governo, anche in occasione delle proteste pro-Pal, tanto che la premier ha parlato di "sciopero generale pretestuoso" visto che "convocarlo sulla politica estera è un unicum nella storia del sindacato".

E dopo aver incrociato fendenti per mesi, è proprio quel Landini che meno di mille giorni fa invocava "educazione" e "rispetto" ad assestare un affondo fuori giri. "Meloni si è limitata a fare la cortigiana di Trump e non ha mosso un dito" rispetto a quanto stava accadendo a Gaza, dice ospite a diMartedì su La7. Il conduttore Giovanni Floris lo stoppa subito, perché "cortigiana è un termine in qualche modo sessista". Così il sindacalista aggiunge che intende "stare alla corte di Trump, essere il suo "portaborse". La frittata, però, è fatta. E ieri Meloni ha deciso di tornare sulla vicenda. "Obnubilato da un rancore montante - replica sui social - il segretario generale della Cigl Landini mi definisce in tv una cortigiana. Penso che tutti conoscano il significato più comune di questa parola, ma, a beneficio di chi non lo sapesse, ne pubblico la prima definizione che si trova facendo una rapida ricerca su internet". Insomma, chiosa la premier, "ecco a voi un'altra splendida diapositiva della sinistra, quella che per decenni ci ha fatto la morale sul rispetto delle donne, ma che poi, per criticare una donna, in mancanza di argomenti, le dà della prostituta". Un post corredato dallo screenshot della definizione sul dizionario: "Cortigiana/cor-ti-già-na/sostantivo femminile. Donna dai facili costumi, etera; eufem. prostituta".

Passano pochi minuti e da Fratelli d'Italia parte una vera e propria batteria di dichiarazioni a sostegno di Meloni e contro Landini e la sinistra, che - è il refrain - ha "la doppia morale" e mentre "accusa la destra di patriarcato" poi "affibbia all'unica presidente del Consiglio italiana donna il più volgare degli insulti". Questo, dicono diversi big di Fdi, è "il patriarcato della sinistra". Anche Forza Italia (con Antonio Tajani), la Lega e Noi Moderati (con Maurizio Lupi) punta il dito contro il segretario della Cgil. E pure Azione (con Carlo Calenda) e un pezzo di Pd invita Landini a scusarsi. Non la segretaria dem Elly Schlein che, interpellata dai giornalisti che la aspettano al termine di un convegno in Senato proprio su Donne, diritti e violenza maschile sceglie di non rispondere.

Scuse che comunque non arrivano. Anzi, Landini rilancia. "Nessun insulto sessista - dice - e nessun rancore.

Ho immediatamente chiarito, per evitare qualsiasi fraintendimento: Meloni è stata sulla scia di Trump, è stata alla corte di Trump, ha fatto il portaborse di Trump. Ho espresso un giudizio politico".

Toni e scontri da campagna elettorale. Che, nonostante le politiche siano in programma nel 2027, è ormai già nel vivo.

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