Milano, l'analisi dei filmati per scovare tutti i devastatori

Confermati tre dei cinque arresti, due ventenni rilasciate con l'obbligo di firma. L'accusa è resistenza e lesioni. Mattarella a Piantedosi: solidarietà agli agenti feriti

Milano, l'analisi dei filmati per scovare tutti i devastatori
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In tutto sono cinque: un ragazzo di 17 anni con precedenti per occupazione, una sua coetanea incensurata, altre due studentesse universitarie incensurate - una 21enne e una 22enne, entrambe militanti del centro sociale "Lambretta" - e infine un uomo di 37 anni, incensurato e mai censito tra le realtà antagoniste e anarchiche milanesi. Tutti arrestati in flagranza per gli scontri di lunedì alla stazione Centrale di Milano, al termine del corteo per Gaza nel giorno dello sciopero generale. Tutti accusati di resistenza e lesioni, con l'aggravante introdotta dal decreto sicurezza per reati commessi contro le forze di polizia. E proprio a proposito degli agenti feriti, il presidente Mattarella ha telefonato al ministro dell'Interno Piantedosi per esprimere la sua solidarietà alle forze dell'ordine.

I provvedimenti sono stati adottati dalla Procura e dalla Procura minorile in seguito ai primi accertamenti della Digos, al termine delle valutazioni fatte sulle posizioni degli otto manifestanti accompagnati in questura nel tardo pomeriggio di lunedì.

Dopo la Direttissima di ieri mattina le due studentesse universitarie, difese dall'avvocato Mirko Mazzali, per ora hanno evitato il carcere. In considerazione del fatto che non hanno precedenti la giudice è stata piuttosto severa con loro e, dopo averne convalidato l'arresto, ha disposto l'obbligo di firma giornaliera: saranno processate il 27 ottobre. Da quanto emerge (la loro versione è stata resa nell'aula a porte chiuse) le due avrebbero tentato di divincolarsi nel momento dell'arresto, ma sostengono anche di essersi "trovate davanti, spinte da altri manifestanti. Non avevano intenzione di sfondare. Erano lì per manifestare la loro indignazione per quanto sta accadendo in Palestina - riferisce l'altro legale, Guido Guella, all'Adnkronos - e hanno negato ogni comportamento violento". L'avvocato sottolinea inoltre che il loro arresto, avvenuto a due passi della stazione Centrale, sarebbe avvenuto "prima delle 14", cioè quando la guerriglia urbana non era ancora esplosa.

Nella richiesta di convalida dell'arresto per il 37enne il pm Elio Remondini ieri ha descritto invece il suo "spiccato profilo criminale, tanto più pericoloso" perché "non ha esitato a sfondare il cordone di contenimento" e ha "persistito nell'azione violenta pur di perseguire il proprio fine e non abbandonare il proposito collettivo criminoso", ossia "il raggiungimento dei binari della stazione ferroviaria", quindi ne ha evidenziato la "marcata pericolosità sociale" e la "spregiudicatezza": l'uomo ha ferito un poliziotto che ne avrà per 5 giorni.

L'indagine della Digos e dei carabinieri del Nucleo informativo dei carabinieri infatti però è solo agli inizi. Le otto persone bloccate dai poliziotti durante le tre ore di guerriglia che hanno trasformato il corteo pacifico dei 15mila in una giornata di violenza indiscriminata, secondo gli investigatori guidati da Antonio Marotta e Marino Graziano non farebbero parte di quella frangia di almeno un migliaio di cani sciolti, che si sono mischiati alle realtà antagoniste più organizzate per mettere in scena un assalto a poliziotti e carabinieri puntando a occupare i binari della Centrale. Tra loro è stata notata la presenza di molti giovani immigrati, italiani di seconda generazione, perlopiù di origine nordafricana e provenienti dalle periferie, ormai apostrofati da tutti "maranza". Manifestanti improvvisati che, alieni dallo sposare qualsiasi ideologia o causa, lunedì si sono dati alla violenza tout court, devastando un portone della stazione Centrale, adoperando ponteggi per sfondare i vetri, transenne per lanciarle contro le forze dell'ordine, ma anche idranti rimediati nella Galleria delle Carrozze, senza contare il lancio di centinaia di cubetti di porfido e bottiglie in maniera indiscriminata, contro tutto e tutti, a volto scoperto.

Un elemento questo - un errore da "dilettanti del dissenso" e molto lontano dall'atteggiamento di chi è davvero ideologicamente schierato e che chiaramente stenta a volersi far riconoscere - che permetterà di distinguerli chiaramente durante l'analisi di ore e ore di filmati registrati dalla Polizia scientifica, ma anche dalle telecamere della stazione Centrale e di zona.

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