È un giallo senza fine. Ma ad ogni puntata cambia la trama. E al centro dei sospetti c'è sempre lui, Andrea Sempio, l'indagato buono per ogni ipotesi maligna. Dicono che Alberto Stasi sia stato condannato senza movente - in effetti mai codificato ma rintracciabile forse nel computer di Alberto e nella foresta di foto pornografiche - ma non è nulla al confronto di quel che sta accadendo a colui che, secondo una vasta porzione dell'opinione pubblica, dovrebbe stare al suo posto. Ovvero, in cella. L'estate è trascorsa in un girotondo frenetico di immagini che ruotavano intorno al santuario delle Bozzole. Ricordate? Don Gregorio, segreti & misteri, un ricatto indicibile, la miccia del delitto. Una storia complicata da una serie inspiegabile di suicidi: qualcuno conosceva Chiara, altri erano legati a Sempio, tutti c'entravano con il delitto di Garlasco, anche se nessuno sapeva spiegare quel link. Così per settimane, esplorando e amplificando lo scandalo scoppiato alle Bozzole, però nel 2014, sette anni dopo la morte di Chiara. Ma le date si possono anche risistemare, se questo è necessario per far funzionare l'intrigo. Solo che a furia di perfezionare il copione, ci si è smarriti in quel labirinto di incroci in cui però non era passato nessuno. Quale era la terribile verità che Chiara aveva scoperchiato? Tanto da provocare la reazione, furibonda, di Sempio e del gruppo virtuale e mai esplicitato degli assassini. Andrea, più uno o due complici, un uomo e probabilmente una donna. Ora lo scenario è mutato e si è semplificato. Chiara non aveva afferrato i fili di qualcosa che non avrebbe dovuto toccare, ma semmai aveva girato con il fidanzato alcuni filmini intimi. E quelle pellicole erano arrivate, attraverso il fratello di Chiara, Marco, fino a Sempio accendendo le sue passioni morbose e insane.
Niente giri barocchi nelle penombra di frequentazioni oblique ed equivoche, ma pulsioni irrefrenabili e oscure come talvolta è la vita. Una prospettiva meno sofisticata, ma il dito punta sempre e solo lui: Andrea Sempio. Anche Marco viene spinto, senza rispetto, dentro la cornice di quel racconto noir. Le sorprese, forse, non sono finite.