"Non è uno choc. L'intesa attenua le ricadute sul Pil"

Unimpresa, Paolo Longobardi: "Se il compromesso sul 15% è politicamente utile, la Ue ora deve tradurlo in norme operative, strumenti di compensazione e azioni diplomatiche"

"Non è uno choc. L'intesa attenua le ricadute sul Pil"
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Per il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, "i dazi non sono una buona notizia, però non sono nemmeno l'anticamera di uno shock sistemico". Le imprese italiane dispongono di "tempo, strumenti e mercati alternativi per assorbire il costo della politica commerciale Usa".

L'intesa tra Usa e Ue sulle tariffe al 15% rappresenta una nuova cornice per l'export italiano?

"Grazie alle esenzioni parziali o totali per settori leggibili (farmaceutico, semiconduttori, aerospazio), l'esposizione effettiva si riduce a una base di 45-50 miliardi; il costo netto stimato scende quindi a 6,7-7,5 miliardi, con effetti macro negli anni 2025-27 compresi tra lo 0,15% e lo 0,4% di Pil cumulato".

È "guerra commerciale"?

"No. L'intesa sul 15% segnala un compromesso politico rilevante, ma non siamo davanti a uno shock sistemico. In caso contrario dazi al 30% il commercio transatlantico Ue si sarebbe fermato, mettendo a rischio fino a 5 milioni di posti di lavoro".

Che strategie suggerisce per sostenere le aziende italiane?

"Innanzitutto occorre chiarire le norme applicative dell'accordo, velocizzare i canali di diversificazione e supportare le pmi sui fronti dei prezzi praticati, delle coperture del rischio di cambio e della presenza produttiva negli Usa. A livello europeo serve coesione: crediti all'export, garanzie agli investimenti produttivi, politiche fiscali mirate. E in parallelo, le imprese devono accelerare l'apertura verso nuovi mercati come India, America Latina e Africa, oltre a rafforzare la domanda interna".

Come valuta il ruolo delle istituzioni comunitarie?

"È cruciale.

Se il compromesso sul 15% è politicamente utile, la Ue ora deve tradurlo in norme operative, strumenti di compensazione e azioni diplomatiche per evitare che subordini la sua agenda ai dettami commerciali Usa. Il duo Bruxelles-Roma deve agire con equilibrio: difendere i settori esposti e favorire le transizioni industriali, senza rinunciare alla visione strategica europea".

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