Nuovi video di Hamas con i bimbi in ostaggio. Scattano i blitz mirati. Cautela degli occidentali

Liberare vivi tutti i prigionieri nelle mani dei jihadisti sembra un'impresa impossibile. Stati Uniti e Francia spingono per una mediazione. Margelletti (Cesi): "L'opzione militare ha poche possibilità di riuscita"

Nuovi video di Hamas con i bimbi in ostaggio. Scattano i blitz mirati. Cautela degli occidentali
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Il rompicapo ostaggi è il punto più complesso e delicato di un conflitto dalle modalità atroci che è purtroppo ancora lontano dall'aver raggiunto la sua fase peggiore. E questo perché nelle mani dei fanatici di Hamas ma anche di altre organizzazioni come Jihad Islamica, coordinata con Hamas ma distinta, il che complica ulteriormente la situazione - non ci sono «soltanto» un centinaio di prigionieri israeliani tra civili e militari, ma anche diverse decine di cittadini di vari Paesi occidentali, tra i quali spiccano per importanza Stati Uniti e Francia. Ciascuno di questi Paesi come spiega il presidente della Cesi Andrea Margelletti è attivo con la sua intelligence, usando contatti con Hamas e Fatah e sfruttando triangolazioni con Paesi terzi, per fare l'impossibile per ottenere la liberazione dei suoi ostaggi, ben sapendo che la diffusione di immagini di concittadini uccisi avrebbe ricadute politiche interne molto spiacevoli.

È più che probabile che Israele avrebbe già da giorni lanciato a piena forza la propria annunciata offensiva terrestre su Gaza se non avessero fin qui prevalso considerazioni di cautela. L'opzione blitz militare, nota ancora Margelletti, è resa ardua proprio dalla distribuzione in luoghi diversi degli ostaggi e dall'impossibilità di compiere un'azione efficace e simultanea per liberarli tutti prima che i loro carcerieri reagiscano uccidendoli: nemmeno Israele ha i mezzi per un'azione simile, e da qui riconosce con franchezza il presidente della Cesi discende l'impossibilità di qualsiasi seria previsione su un suo eventuale esito.

Hamas, che in queste ore getta benzina sul fuoco diffondendo video ignobili di bambini israeliani rapiti, ha annunciato (senza fornire prove) la morte già avvenuta di 13 prigionieri sotto i bombardamenti scatenati in questi giorni sulla Striscia.

E tuttavia, Netanyahu deve tener conto delle pressioni e delle attese dei suoi alleati: da qui il freno all'attacco via terra preceduto ieri sera da incursioni dedicate alla ricerca di ostaggi da liberare - e l'impegno estremo delle diplomazie. Sono in campo in primo luogo gli Stati Uniti, con il segretario di Stato Antony Blinken in tour in Medio Oriente, ma anche Egitto, Turchia e Vaticano. Blinken, dopo la sua prima tappa di giovedì in Israele, ha visto separatamente il re giordano Abdullah e il presidente dell'autonomia palestinese (che controlla solo la Cisgiordania) Mahmoud Abbas. In Giordania, che come l'Egitto ha buoni rapporti con Israele, il presidente egiziano al-Sisi vorrebbe organizzare urgentemente un vertice con Turchia, lo stesso Egitto e il Qatar (ma potrebbero unirsi anche Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti), alla presenza di Blinken. Obiettivo è fermare l'escalation di guerra cui puntano Hamas e l'Iran, e di ottenere l'apertura di corridoi umanitari per i civili.

La tappa più delicata del viaggio di Blinken è stata quella di ieri in Qatar. L'emirato del Golfo è in posizione ambivalente: offre un rifugio dorato al capo di Hamas Ismail Haniyeh, minacciato di morte da Israele, e ad altre sue figure apicali, ma ospita anche sul suo territorio la principale base militare Usa nella regione. Blinken che è atteso negli Emirati, in Bahrein, in Arabia e in Egitto vuole che l'emiro Tamim al-Thani prema su Hamas affinché rilasci gli ostaggi.

Va poi ricordato che gli stessi civili palestinesi sono ostaggi nelle mani di Hamas, che non solo ostacola la loro fuga dal nord della Striscia dopo l'ultimatum

israeliano a evacuarla, ma ha pure impedito l'apertura di un corridoio umanitario verso l'Egitto: a Hamas gli abitanti di Gaza servono là dove sono, per usarli come strumento di propaganda, indifferente ai loro destini personali.

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