
Tre anni fa il nome di Giorgia Meloni evocava in Germania soprattutto timore e sospetto. Oggi, la stessa leader viene dipinta come una figura capace di garantire stabilità: un'anomalia positiva nel panorama politico europeo. È questa la metamorfosi sottolineata dall'Handelsblatt, il principale quotidiano economico tedesco, che analizza come la presidente del Consiglio italiana sia riuscita a trasformare la propria immagine: da minaccia populista a interlocutrice affidabile, tanto da meritare paragoni con Angela Merkel.
Il salto non è di poco conto. Quando Meloni conquistò Palazzo Chigi nell'autunno del 2022, molti osservatori in Germania temevano scosse imprevedibili per l'Eurozona. Le radici politiche e le invettive contro Bruxelles avevano rafforzato l'idea di un'Italia pronta a mettersi di traverso nell'Unione. L'ombra del populismo, insomma, sembrava pronta a calare da Roma sul cuore dell'Europa.
Oggi quel quadro appare rovesciato. L'Handelsblatt parla di una leader che ha costruito il suo capitale politico sulla prudenza, rinunciando alle fughe in avanti. Meloni ha tenuto insieme una coalizione potenzialmente instabile, lasciando che le tensioni si smorzassero o si dissolvessero da sole. Ha saputo ridimensionare le uscite di Salvini, evitando conflitti interni. Ma soprattutto, sul piano europeo, ha mutato tono: da voce polemica contro Bruxelles a partner pragmatico, capace di collaborare con la Commissione europea e di schierarsi al fianco dell'Ucraina.
È questo atteggiamento di cautela che ha colpito l'opinione pubblica tedesca. Non più una minaccia all'equilibrio europeo, ma una premier che sembra aver compreso l'importanza di collaborare con gli alleati e di mantenere il timone fermo. Un approccio che molti analisti definiscono "merkeliano".
Il paragone con l'ex cancelliera tedesca non riguarda tanto le posizioni politiche quanto il metodo. Come Merkel, Meloni tende a evitare mosse brusche, preferisce non esporsi e lasciare che siano gli altri a consumarsi nello scontro. La stabilità diventa il valore supremo: in un'Italia segnata da governi effimeri, la sola continuità appare già un risultato straordinario.
È paradossale che proprio l'Italia, Paese di frequenti crisi di governo, sia ora percepita come un'ancora di stabilità, peraltro in una fase di turbolenza in tutta Europa. In Germania, abituata a osservare Roma come un anello debole, questo elemento viene registrato con sorpresa e anche con sollievo.
Naturalmente, non tutto è oro. L'Handelsblatt ricorda che l'economia italiana resta fragile: il debito è elevato, la crescita insufficiente, le riforme strutturali modeste. Anche sulla migrazione i risultati sono parziali: i centri in Albania restano un'operazione simbolica, mentre più efficaci si sono rivelati gli accordi con Tunisia ed Egitto, che hanno ridotto gli arrivi dopo l'impennata del 2023. Sul fronte internazionale, la premier italiana ha guadagnato credibilità presentandosi come interlocutrice di fiducia di Bruxelles e, al tempo stesso, come canale privilegiato con Donald Trump. Una posizione che accresce la sua visibilità, pur senza tradursi sempre in risultati concreti. Eppure, nel gioco delle percezioni politiche, il solo fatto di essere vista come una mediatrice ha rafforzato il suo peso.
Il giudizio del quotidiano economico è chiaro: Meloni si è guadagnata credito non grazie a riforme epocali o a progetti ambiziosi, ma attraverso la capacità di trasmettere calma in tempi agitati. Non ha rivoluzionato il Paese, né lo ha rilanciato sul piano economico, ma ha offerto un'immagine di stabilità in un'Europa segnata da fratture e incertezze. E questo rassicura.