
Enzo Biagi amava ripetere che il senso del ridicolo è più importante del senso dello Stato. Infatti, il senso dello Stato è cosa rara e va dimostrata al momento opportuno dall'uomo (o dalla donna) diventato politico. Il senso del ridicolo, invece, è una sorta di sesto senso e appartiene all'uomo (e alla donna) in quanto uomo che così distingue non solo il vero dal falso ma anche il ragionevole dall'irragionevole, il drammatico dal comico, il dignitoso dal grottesco. È chiaro, allora, cosa intendesse dire il grande giornalista: il senso del ridicolo è la premessa necessaria per avere il senso dello Stato o, almeno, delle cose normali. Non so se Giorgia Meloni abbia senso dello Stato, ma è evidente che Elly Schlein non ha il senso del ridicolo. Nel giorno in cui il governo italiano incassa il giudizio positivo di un'altra agenzia di rating l'americana Dbrs , dimostrando di saper tenere i conti in ordine al mondo e all'economia interna e internazionale, la leader dell'opposizione va al congresso del Pse in Olanda e dice l'inverosimile associando il governo all'attentato al giornalista Sigfrido Ranucci e agitando il fantasma di una democrazia in pericolo perché "la libertà di stampa è a rischio quando l'estrema destra è al governo". Che dire? Tutto sbagliato, stralunato, buffo: la sostanza, il tempo, il luogo, il modo. L'eterna battuta di Flaiano è perfetta per fare la cronaca della mancanza di senso del ridicolo della Schlein che nessuno salva da sé stessa: "La situazione è grave ma non è seria".
Chi salverà il soldato Schlein? A ben vedere il problema è proprio questo. Gli uomini e le donne che sono intorno alla segretaria del Pd una volta si sarebbe usata l'espressione "cerchio magico" sono affette dalla stessa malattia politica: non avvertono la situazione grottesca nella quale si dibattono. Non si è fatto in tempo ad archiviare la folle accusa di "complicità in genocidio" che ecco arrivare le allusioni ad una responsabilità del governo di "estrema destra" nella esplosione della bomba carta davanti alla casa del giornalista di Report. Allusioni e accuse che fioriscono non solo nel campo largo della politica ma anche nell'area degli intellettuali e dei giornalisti vedi Roberto Saviano e Gad Lerner che dovrebbero saper usare le parole con maggior giudizio. Come a dire che, ormai, a sinistra hanno perso la testa e non riescono a vedere più la realtà delle cose perché l'hanno sostituita con le loro personali ossessioni. Le fisime - come le chiamava Ruggero Guarini - vanno bene per la letteratura, non per la politica. A furia di far confusione tra immaginazione e realtà, letteratura e politica, sentimento e ragione, a sinistra sono finiti essi stessi in una tragicommedia. La strategia è diventata un copione. I giudizi sono delle battute. Le persone sono dei personaggi. La commedia della politica è stata sostituita dalla commedia dell'arte, con tutto ciò che ne consegue in tema di equivoci, doppi sensi, servi che si credono padroni, padroni che son servi.
La mancanza di senso del ridicolo trasforma la realtà in un'opera buffa. Ormai per capire la politica delle opposizioni non basta più l'analisi delle cose che accadono, c'è bisogno della critica letteraria. C'è da scrivere un nuovo romanzo: Quer pasticciaccio brutto di via del Nazareno.