
Domani la Polonia torna alle urne per definire il proprio assetto politico. Le elezioni presidenziali vedono fronteggiarsi candidati che rappresentano visioni diametralmente opposte del futuro nazionale, nell'ormai solito clima di profonda polarizzazione politica e sociale. L'esito determinerà anche il corso del governo di Donald Tusk.
I sondaggi indicano una gara serrata tra Rafal Trzaskowski, sindaco di Varsavia sostenuto dalla coalizione liberale guidata da Tusk, e Karol Nawrocki, candidato del partito nazional-conservatore Diritto e Giustizia (PiS). Le proiezioni prospettano con alta probabilità un ballottaggio il 1° giugno, dove la competizione si preannuncia ancora più incerta.
Trzaskowski si candida come rappresentante di un'apertura europea e liberal-progressista. Cinquantatreenne politologo, poliglotta che parla cinque lingue straniere, ha già sfiorato la presidenza nel 2020, perdendo di misura contro l'attuale presidente Andrzej Duda. Il suo profilo cosmopolita e la visione inclusiva lo rendono tuttavia divisivo presso l'elettorato delle zone rurali più tradizionaliste.
Il suo avversario Nawrocki, sostenuto dal potente leader del PiS Jaroslaw Kaczynski, incarna invece un nazionalismo conservatore. Storico di 42 anni, direttore dell'Istituto per la memoria nazionale, punta su un messaggio di forza e indipendenza nazionale. I suoi comizi risuonano di slogan nazionalisti, con affermazioni decise contro presunte interferenze occidentali.
Tuttavia, la campagna di Nawrocki è stata recentemente scossa da uno scandalo immobiliare che ha minato la sua credibilità. Accusato di aver ottenuto fraudolentemente un appartamento da un anziano, il candidato si trova ora a dover rispondere di comportamenti eticamente discutibili. Un elemento che i suoi avversari utilizzano per delegittimarlo.
Lo scenario elettorale riflette le profonde fratture geopolitiche che attraversano la Polonia odierna. Il Paese è in prima linea rispetto alla crisi ucraina, con una posizione fortemente anti-russa condivisa trasversalmente dalle principali forze politiche. La sicurezza nazionale, l'atteggiamento verso l'immigrazione e il rapporto con le istituzioni europee sono i temi cardine del confronto. Un dato emerge dai sondaggi: il 51% degli elettori indica la sicurezza come priorità assoluta. Ancor più eloquente è che circa la metà della popolazione riterrebbe opportuno dotarsi di armamento nucleare, segno di una diffusa percezione di minaccia geopolitica.
I giovani rappresentano un bacino elettorale cruciale e al momento frammentato. Secondo un rapporto della Fondazione Batory, oltre un milione di elettori under 35 dichiara di non aver ancora maturato una scelta, manifestando una diffusa disillusione verso il sistema politico tradizionale.
La partita elettorale si giocherà quindi su un terreno scivoloso, dove l'esito appare tutt'altro che scontato. Trzaskowski incarna la speranza di una Polonia più integrata in Europa, mentre Nawrocki rappresenta la spinta nazionalista che ha caratterizzato gli ultimi anni di governo. Il ballottaggio del 1° giugno, che sondaggi alla mano appare scontato, sarà decisivo per comprendere quale visione prevarrà.
Questa elezione è un punto di svolta che ridisegnerà gli assetti di potere.
Dopo due legislature caratterizzate dal conservatorismo di Duda, l'attuale esecutivo guidato da Tusk ambisce a scardinare i meccanismi di blocco che hanno finora impedito l'attuazione di un programma riformista. Per il PiS mantenere la presidenza significherebbe conservare un fondamentale contrappeso istituzionale.
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