Quegli irriducibili delusi dall'intesa

Sinistra spiazzata e stizzita. Schlein in imbarazzo. Conte: "Non è merito di Meloni"

Quegli irriducibili delusi dall'intesa
00:00 00:00

Silenzi, imbarazzi e qualche scatto di rabbia. Non trasudano certo entusiasmo, i "pacifisti", di fronte alla prospettiva della pace, che si concretizza proprio mentre loro sono impegnati a manifestare contro l'imperialismo e il sionismo.

I tweet scarseggiano, le dichiarazioni arrivano in ritardo e stringate. E i volti sono cupi. I leader dell'opposizione provano a fare buon viso a cattivo gioco, accolgono la notizia con "sollievo" - come dice Elly Schlein - ma sono parole tirate, o addirittura stizzite. "Oggi è un passo decisivo" scrive la leader del Pd, ma non sfugge a nessuno che questo passo, loro, non l'hanno votato.

Al di là del merito, un accordo raggiunto da Donald Trump, avallato da Benjamin Netanyahu e propiziato anche dal governo di Giorgia Meloni, politicamente parlando si materializza come un problema politico da gestire.

Il leader 5 Stelle, Giuseppe Conte, appare agitato soprattutto nel tentativo di negare ogni ruolo di Palazzo Chigi. "Vedo particolare attivismo del governo italiano - dice - nell'intestarsi un processo di pace, di cui si fingono promotori e protagonisti, io non posso come cittadino italiano cancellare la vergogna che mi ha fatto provare il governo". L'accusa è quella di tacita "complicità" nel "genocidio". Altro "problema". La narrazione sul genocidio sembra crollare improvvisamente.

E se questo è il capo del secondo partito dell'opposizione, il capogruppo, Riccardo Ricciardi, non si contiene e vuole addirittura chiamare la premier a riferire, su questo imprevisto accordo che dà speranze al Medioriente. E avverte: "Fate sfigurare l'Italia se vi attribuite un merito in questo processo di pace". "Perché il contributo che avete dato al piano di pace è nullo. Quello che avete dato al genocidio è tanto".

Strane assonanze: "Bene lo stop guerra ma perseguire responsabili genocidio" auspica anche il ministro degli Esteri iraniano. E che fine fa la narrazione del "genocidio", se gli stati artefici e complici del "genocidio", improvvisamente firmano un'intesa che pone fine al "genocidio"?

Le certezze granitiche di qualche giorno fa sono per ora archiviate. "Tutto ciò che può portare alla pace è benvenuto - dice Nicola Fratoianni di Avs" mentre ripete che "la natura di questo piano non mi convince", "ma mi auguro di essere smentito" aggiunge. Non pervengono segnali di grande soddisfazione da Maurizio Landini. "Ha accusato il governo di essere complice politico di genocidio, noi siamo all'opposizione, ma ritengo queste frasi di una gravità inaudita" lo riprende perfino Carlo Calenda

Per tutto un mondo mobilitato con parole d'ordine anti-occidentali e anti-Israele, è sempre una delusione quando la realtà fa a pugni con l'ideologia e la propaganda.

La controversa relatrice Onu Francesca Albanese, in tv pochi giorni fa definiva il piano "un insulto alla vita e alla dignità umana". E lo liquidava come un tentativo "coloniale". Ieri non pareva in grado di esprimere certezze. "Accogliamo con favore l'accordo di cessate il fuoco" ha scritto chiedendo alcune garanzie.

Gli influencer che esaltavano come un fatto "enorme" non solo ogni piazza, ogni corteo, ma ogni cantante o attore che scegliesse come salvaschermo dello smartphone la bandiera palestinese, improvvisamente si trasformano in scettici analisti dell'intesa, e vedono una "gigantesca nebulosa piena di punti interrogati.

La "Flotilla" non dà segni di sé, ma uno dei deputati Pd imbarcati sulla missione umanitaria-politica, Arturo Scotto prova ad attribuirle parte del merito: "La mobilitazione di questi giorni ha aiutato". Analisi poco realistica, ma almeno non è ostile.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica