Quelle anomalie alte come grattacieli. L'inventario degli scivoloni dell'accusa

Quelle anomalie alte come grattacieli. L'inventario degli scivoloni dell'accusa

A questo punto le anomalie dell'inchiesta sull'urbanistica cominciano ad accumularsi e si fanno alte come grattacieli. Facciamo un inventario.

1. Ci sono anzitutto sei scarcerati su sei, ma ci sono, più in generale, i vari disconoscimenti dei giudici terzi alle varie richieste e tesi dei pm. Il 31 luglio il gip ha escluso il reato di induzione indebita per Giuseppe Sala (sindaco) e Stefano Boeri (archistar) e con questo è caduta in partenza una delle contestazioni più gravi. Poi abbiamo visto: il 12 agosto il Riesame ha annullato gli arresti dell'immobiliarista Andrea Bezziccheri (carcere) e del consulente Alessandro Scandurra (domiciliari); poi il 14 agosto il Riesame, ancora, ha revocato i domiciliari a Giancarlo Tancredi (assessore) e Giuseppe Marinoni (commissione paesaggio) e Federico Pella (architetto) sostituendoli con delle interdittive annuali; questo prima, ieri, di annullare i domiciliari per l'immobiliarista Manfredi Catella senza misure sostitutive.

Bisognerà attendere settembre per apprendere le motivazioni di questi annullamenti e revoche: se il Riesame avrà ravvisato una mancanza di "gravi indizi" l'inchiesta ne uscirebbe devastata, cambierebbe poco, invece, se avrà soltanto escluso che c'erano gli estremi per giustificare arresti e misure cautelari, circostanza, questa, sottolineata da quanti hanno osservato che le indagini durano ormai da un anno e mezzo.

2. Ci sono delle ordinanze con relativi passaggi motivazionali, nelle carte dell'accusa, che occhieggiano a interpretazioni ideologiche prima che neo-giurisprudenziali: si accusa un "sistema" che aveva sembianze assolutamente legali e quindi una serie di "dazioni" che consistevano in regolari consulenze e appalti affidati per scelta politica, anche se molti incarichi professionali erano stati acquisiti prima che gli indagati assumessero dei ruoli pubblici; non ci sono inoltre tangenti o soldi in nero ma solo ipotesi di "false dichiarazioni su qualità personali proprie o di altre persone", oltre a "induzione indebita" o un generico "falso": in assenza d'altro, la procura ha costruito un mosaico di reati minori o contestazioni residuali che potrebbero non reggere in giudicato. L'interpretazione dell'accusa si fa ideologica nel trasformare l'affidamento di incarichi in "mercimonio della funzione" e nell'adottare un lessico che richiama "avidità", "spregiudicatezza", "modalità eversive", "vorticoso circuito di corruzioni", "professionisti e/o faccendieri" (espressioni da retorica morale più che da tipicità penale) e certo non aiuta che la stessa procura, in un'ordinanza contro Manfredi Catella, abbia definito un suo "modo padronale" e si sia rifatta alle tesi di Altraeconomia, rivista ritenuta ideologicamente orientata. Non di rado l'impianto accusatorio è costruito su deduzioni molto soggettive o sui contenuti di "chat" cui non corrispondono a fatti o contropartite concrete, e però vengono spacciate per "prove" autoevidenti con il solito collaborazionismo della stampa.

3. Ci sono delle giurisprudenze che fanno evidentemente a cazzotti tra di loro: a parte l'abusivismo nel resto d'Italia (neppure da citare) la Cassazione (16 aprile scorso) e il Tar Lombardia (22 luglio) hanno avuto posizioni opposte circa le regole applicabili agli interventi in aree già urbanizzate e riguardanti demolizioni con successiva costruzione di edifici più alti di 25 metri: e, anche qui, psicologicamente non aiuta (soprattutto gli avvocati ricorrenti) che la Terza sezione sia presieduta da un autorevole presidente, sì, ma già curatore di "Lexambiente", rivista di diritto penale dell'ambiente.

4. Ci sono poi delle disinvolture mediatico-giudiziarie che riportano ad anni bui e che sembrano quasi delle provocazioni. La Procura ha acquisito alcune conversazioni dell'europarlamentare Pierfrancesco Maran senza autorizzazione e in contrasto con qualsiasi giurisprudenza, Consulta compresa. Il procuratore aggiunto ha inoltre l'abitudine di parlare ufficiosamente coi giornalisti in frettolose conferenze stampa improvvisate in cortile o in strada. È poi passato in sordina che Tancredi (assessore) e Marinoni (Commissione Paesaggio) abbiano appreso dai giornali del loro prossimo arresto solo grazie a una serie di articoli con preselezione di carte ovviamente colpevoliste; la notizia che il Riesame si era poi espresso per la scarcerazione di Marinoni e Tancredi è stata in seguito pubblicata prima ancora della notifica ai difensori; le 4.000 pagine di conversazioni tra gli indagati Malangone (direttore Comune) e Paolo Ciacci (imprenditore) sono state pubblicate ossia dalla stampa oscurando la notizia delle scarcerazioni.

Non oscura, bensì nera, è stata poi la pagina giornalistica del Corriere della Sera (a Ferragosto) che non si è limitata ad anticipare bensì a invocare un'iscrizione a registro per il direttore del Comune. In questo in effetti non c'è anomalia essendo servizi o servigi di complemento alla Procura, per il Corriere, una tradizione.

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