La politica italiana si ritrova in Piazza San Pietro per l'ultimo saluto al Papa emerito Joseph Ratzinger. In prima fila poco dopo le nove il capo dello Stato Sergio Mattarella, con la figlia Laura e il segretario generale alla presidenza Ugo Zampetti, si siede dietro le transenne, raggiunto da Giorgia Meloni. Dopo pochi istanti Mario Draghi, raggiunge lo spazio riservato alle autorità italiane. Saluta Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio e il ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Si sistema la sciarpa blu e si intrattiene per qualche minuto a colloquio con Giancarlo Giorgetti. Un faccia a faccia che fa scattare inevitabilmente la curiosità dei cronisti e le ipotesi sui contenuti della loro chiacchierata.
Il titolare del ministero dell'Economia d'altra parte è l'uomo che rappresenta la continuità con il governo precedente, essendo l'unico ministro in carica nei due esecutivi. Inoltre l'ex ministro dello Sviluppo Economico non ha mai nascosto la sua grande stima per Draghi, da lui definito come «un uomo autorevole, un fuoriclasse». Giorgetti ha sostenuto la sua ascesa a presidente del Consiglio e ha tentato di promuoverne la candidatura per il Quirinale. Nell'autunno del 2021, nel libro di Bruno Vespa Perché Mussolini rovinò l'Italia (e perché Draghi la sta risanando), disse che «anche da lì guiderebbe il convoglio, sarebbe un presidente della Repubblica che allarga le sue funzioni approfittando di una politica debole».
Nel suo trasloco da via Molise a via XX Settembre, Giorgetti incassò anche un attestato di stima importante da parte di Daniele Franco: «Sarebbe adattissimo per fare il ministro», disse l'ex titolare dell'Economia. Giorgetti, d'altra parte, ha sviluppato il suo percorso a cavallo tra politica ed economia ricoprendo in parlamento il ruolo strategico di presidente della commissione Bilancio, forte della sua laurea in Economia conseguita alla Bocconi.
Da tempo Draghi e Giorgetti non si vedevano di persona. È rimasto un filo diretto anche in questi mesi di avvio della legislatura. E la stima è forte e invariata, con Supermario che pare abbia apprezzato la linea prudente e realistica adottata sulla Legge di Bilancio, un approccio che ha rassicurato i mercati evitando l'attacco della speculazione.
La presenza di Mario Draghi a Piazza San Pietro non è figlia di un omaggio formale. L'ex numero uno della Bce aveva un rapporto di grande stima verso Benedetto XVI ed ebbe un ruolo nella stesura dell'enciclica Caritas in Veritate. Dopo la crisi dei subprime, infatti, Benedetto XVI chiese all'allora segretario di Stato Tarcisio Bertone che fosse l'allora governatore di Bankitalia Mario Draghi a rileggere l'Enciclica, scritta in collaborazione con Stefano Zamagni. Draghi pubblicò poi un articolo su L'Osservatore Romano, criticando il liberismo selvaggio come «un modello in cui gli operatori considerano lecita ogni mossa». Draghi è uomo dalle solide radici cattoliche, a partire dalla sua formazione scolastica nel prestigioso istituto della Compagnia di Gesù del Massimiliano Massimo di Roma dove conseguì la maturità classica nel 1965.
Un rapporto con la fede che lo accumuna allo stesso Giorgetti, cattolico praticante, uno dei pochi politici invitati nel 2019 alla prima edizione della Summer School di formazione geopolitica organizzata dalla Diocesi di Roma.
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