Gli analisti lo dicevano già da settimane ma ora la vittoria del Si al referendum supererebbe addirittura di 10 punti i No alla riforma della giustizia. Per gli ultimi sondaggi condotti da Only Numbers e pubblicati da La Stampa il fronte dei favorevoli alla separazione delle carriere tra pm e giudici sarebbe al 38,9% e quello contrario al 28,9.
Un distacco significativo, anche se un italiano su 3 è in questo momento ancora indeciso, il 17,2%. Ma se il referendum sarà tra fine marzo e aprile c'è tempo di informare. E ci si sta organizzando. Sul risultato finale influirà molto la capacità dell'una e dell'altra parte di "raccontare" la riforma costituzionale. Proprio con l'obiettivo di spiegare e convincere gli italiani dei pro e dei contro di due carriere e due CSM separati in magistratura si stanno formando numerosi comitati per il si e per il no, diretta emanazione dei partiti, delle coalizioni, dell'Associazione nazionale magistrati, dell'Unione camere penali e di altre organizzazioni.
Secondo le rilevazioni il centrodestra sarebbe quasi monolitico in questa battaglia e voterebbe Si il 78.8% degli elettori dei partiti di maggioranza, mentre solo l'8% sarebbe contrario. Invece, negli elettori dei partiti di opposizione pare minore la compattezza e, d'altronde, si sa che ad esempio nel Pd ci sono anche diversi esponenti di spicco che condividono la riforma. Nel centrosinistra, secondo il sondaggio, voterà No il 60,8 per cento, mentre il 17,7% sosterrà la separazione delle carriere. E si tratta soprattutto di elettori centristi, il 53,8 per cento di chi vota Azione e il 47,4 degli aderenti a Italia viva. Il M5S vede i cittadini ancora con le idee poco chiare sul testo Nordio approvato dal parlamento.
Quel 10% di vantaggio che parla di una robusta crescita del fronte del Si naturalmente rafforza il buonumore dei leader di maggioranza, ma il Capitano della Lega Matteo Salvini (nella foto) va oltre: "Conto che alla fine siano 20 i punti di vantaggio. Perché che la giustizia così com'è organizzata oggi funzioni lo possono solo dire all'Anm. È una riforma che farà bene al sistema e darà ossigeno anche ai tantissimi magistrati liberi da condizionamenti ideologici e da appartenenze correntizie". Forza Italia considera la separazione delle carriere un'eredità politica di Silvio Berlusconi e il leader Antonio Tajani ha annunciato che nasceranno comitati azzurri sul territorio.
Domani si presenterà alla stampa il Comitato d'ispirazione liberal "Sì Separa", istituito dalla Fondazione Luigi Einaudi e presieduto dall'avvocato Gian Domenico Caiazza, ex presidente dell'Ucpi. Ma esiste anche il comitato "Camere penali per il sì" guidato dall'attuale presidente dell'Unione, Francesco Petrelli. "Il sondaggio - dice - dimostra che gli scopi della riforma sono chiari anche ai non addetti ai lavori". A questo comitato dei penalisti aderisce Europa Radicale e il coordinatore nazionale, Igor Boni, convinto che si debbano unire le forze, spiega: "Con l'Ucpi abbiamo in comune un percorso trentennale. Eravamo in piazza nel 1999 per raccogliere le firme per il referendum sulla separazione delle carriere e ancora nel 2017".
Sull'altro fronte il "Comitato per il no a difesa della Costituzione" è promosso dall'Anm e presidente onorario è l'avvocato e professore costituzionalista Enrico Grosso: "La campagna referendaria non è neanche iniziata - avverte, a proposito del sondaggio - e ci saranno grandi spostamenti di consenso".
Il leader di Avs Angelo Bonelli non è convinto dalle previsioni: "Anche per la riforma di Renzi si diceva che avrebbero vinto i sì, poi abbiamo visto come è andata a finire. Certo è che la macchina della propaganda di Meloni è scesa pesantemente in campo".