Scampò al 7 Ottobre, suicida due anni dopo. "Tutto è già morto"

La fidanzata fu uccisa al rave Il biglietto: "Il dolore è troppo"

Scampò al 7 Ottobre, suicida due anni dopo. "Tutto è già morto"
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Il 7 ottobre non si dimentica, neanche ora che possenti venti di pace soffiano su Israele e su Gaza. Ma la storia, come cantava Francesco De Gregori, siamo noi, ogni fiume è fatto di milioni di gocce d'acqua, ciascuna differente. E Roei Shalev era una di quelle gocce e non aveva mai superato quel giorno da cui era uscito salvo per un soffio. Ma si sopravvive a tutto tranne che alla vita quando non la si desidera. E Shoei nel secondo anniversario del massacro condotto da Hamas che ha dato origine alla Guerra dei Due Anni, si è tolto la vita. È stato visto da una telecamera di una stazione di servizio riempire una tanica di benzina, poi poco più avanti, vicino a Netanya, la sua auto è stata trovata in fiamme, sull'autostrada, con lui dentro. La polizia israeliana ha aperto un'indagine, ma Shalev ha lasciato un messaggio di addio sulla sua pagina Instagram che non lascia spazio a dubbi: "Mi dispiace davvero. Non posso più sopportare questo dolore. Sto bruciando dentro e non riesco più a contenerlo. Mai nella mia vita ho sentito un dolore e una sofferenza così profondi, profondi, brucianti, che mi divorano dall'interno. Non posso davvero andare avanti". Un messaggio struggente, che ha spinto i compagni della community Nova, che raccoglie scampati e familiari delle vittime del festival che il 7 ottobre fu tra i principali obiettivi degli assassini di Hamas, a contattarlo per cercare di evitare il peggio. Inutilmente.

Roei Shalev aveva 29 anni e ne aveva 27 quando, quel 7 ottobre 2023 decise con la fidanzata Mapal Adam e con l'amico Hili Solomon di partecipare al festival musicale Supernova vicino al kibbutz di Re'im, nel sud di Israele, nei pressi del confine della Striscia di Gaza, che fu attaccata dalle Brigate Ezzedin al-Qassam che provocarono la morte di 378 persone, tra i quali 344 civili, mentre altre 44 persone furono prese come ostaggi. E tra i morti ci furono la compagna con cui Roei progettava un matrimonio e dei figli i cui nomi avevano già deciso, e l'amico; mentre lui se la cavò con due coltellate che lo colpirono a terra mentre si fingeva morto.

Una finta morte trasformata in vita, una finta vita trasformata in morte. Una vicenda a suo modo geometrica quella di Roei, che non si era mai potuto perdonare a di essere sopravvissuto alla mattanza senza meriti né colpe, solo per opera del caso. Due anni un cui ha dovuto sopportare anche il suicidio della madre, Raffaela, giusto una settimana dopo la strage.

Come fa un giovane a portare questo peso? " Sfortunatamente, molte delle vittime del disturbo da stress post-traumatico del 7 ottobre - spiega la Nova Tribe Community Association - stanno vivendo momenti terribili e complessi da quel giorno.

Chiediamo a tutti di essere costantemente vigili e massimamente sensibili allo stato mentale delle vittime del 7 ottobre in generale, e ai sopravvissuti e alle famiglie in lutto in particolare". Alla fine cosa resta? "Per favore - scrive Roei - non siate arrabbiati con me. E ricordate il buono che c'è in me. Mi dispiace". Anche a noi.

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