Il ministro Matteo Piantedosi oggi è soddisfatto. L'arresto di nove persone, tra cui Mohammad Hannoun, presidente dell'Associazione palestinesi in Italia, accusate di finanziare i terroristi di Hamas, è un successo indiscutibile.
Ministro, con questa operazione avete dato un colpo serio alle organizzazioni che dall'Italia aiutano il terrorismo palestinese?
"È un risultato molto importante. Sicuramente l'attenzione è alta e questa operazione potrebbe svelare scenari interessanti. Non solo. Dimostra anche che il nostro apparato investigativo e di intelligence è solido, competente e di grande professionalità. Sono stati seguiti i flussi di denaro, ed è stata una scelta pagante. Il terrorismo si combatte anche così, togliendo risorse e capacità operative".
So che lei è sempre per la presunzione di innocenza, ma stavolta sembra proprio che ci siano riscontri serissimi...
"La presunzione di innocenza vale sempre. Detto questo, effettivamente parliamo di un'indagine fondata su riscontri concreti, documentali e finanziari. Non su ipotesi astratte o sospetti generici".
Chi ha guidato questa operazione giudiziaria?
"La Polizia di Stato e la Guardia di finanza sono state coordinate dalla Direzione distrettuale antiterrorismo e dalla Procura di Genova. È stato un lavoro lungo, complesso, nel quale il coordinamento e la collaborazione tra tutte le componenti investigative dello Stato si sono rivelati una strategia vincente. Non è mancato il contributo informativo delle agenzie di intelligence".
Mi sa dire qualcosa sul ruolo che ha avuto Hannoun?
"La sua posizione è al vaglio della magistratura. Non spetta a me anticipare conclusioni. Sono certo che le responsabilità verranno accertate una per una".
Come è partita l'indagine?
"Dal monitoraggio dei flussi finanziari. Donazioni apparentemente lecite che mostravano anomalie. Da lì si è ricostruita una rete articolata, anche grazie a scambi informativi con le autorità di paesi dell'Unione europea, tra cui i Paesi Bassi".
I finanziamenti per Hamas erano precedenti o anche successivi al 7 Ottobre?
"Entrambi. Questo è un dato che potrebbe mostrare una continuità e non una reazione emotiva agli eventi".
C'è stata una collaborazione con le autorità israeliane?
"In materia di contrasto al terrorismo la collaborazione con tutti i Paesi è fondamentale. Ovviamente sempre nel rispetto delle nostre leggi e dell'autonomia della magistratura".
Ha ricevuto i complimenti anche dall'opposizione?
"Alcuni sì. Quando si difende la sicurezza nazionale non ci sono né dovrebbero esserci bandiere di partito".
Secondo lei tra queste organizzazioni palestinesi coinvolte nell'indagine e le Ong pro Pal, ci possono essere dei legami?
"Queste sono valutazioni che farà la magistratura. Come sa ogni posizione va valutata singolarmente. L'indagine serve proprio a distinguere la solidarietà lecita da chi dà copertura a finalità criminali".
La mobilitazione del movimento pro Pal ha ostacolato le indagini?
"Le indagini non si fanno in piazza ma negli uffici investigativi. Le manifestazioni, di certo, anche quando sono state violente, non hanno inciso sul lavoro degli inquirenti. Tuttavia tra manifestanti pacifici, come abbiamo visto, spesso si nascondono frange criminali che con la pace hanno poco a che vedere. Saranno le indagini a dirci se dietro i manifestanti violenti si nasconde di più".
Ci sono reazioni polemiche alle affermazioni dei magistrati circa il fatto che "le indagini non possono togliere rilievo ai crimini commessi ai danni della popolazione palestinese".
"Personalmente da quel comunicato traggo invece una riflessione importante: è una risposta a chi troppo spesso ha dichiarato di ritenere giustificabile ogni tipo di reazione, anche violenta, per difendere la causa dei palestinesi. Al contrario, viene espressamente affermato che ogni forma di violenza e di terrorismo costituisce reato in ogni caso e non può trovare mai alcuna giustificazione né sottovalutazione".
L'imam di Torino è stato liberato dalla magistratura. Partita chiusa?
"Per niente. Le indagini di oggi ci dimostrano come l'attenzione deve essere sempre alta. L'ho già detto e lo ribadisco: la nostra azione preventiva e di intelligence ci ha aiutato sinora a tenere l'Italia indenne da attacchi. Per quanto riguarda il caso specifico, c'è un ricorso pendente".
Come giudica lo sgombero di Askatasuna?
"Un atto necessario. Gli spazi occupati illegalmente non sono zone franche".
Ci saranno altri sgomberi?
"Nei tempi giusti per intervenire laddove ci sono irregolarità e rischi per l'ordine pubblico. Senza proclami e senza sconti".
I centri sociali, almeno una buona parte, hanno un ruolo eversivo o antidemocratico?
"Non si può generalizzare. Di sicuro ci sono sacche di antagonismo anche violente. Quando si nega sistematicamente la legalità e si legittima la violenza, si è sempre fuori dal perimetro democratico".
Quella italiana si sta dimostrando un'ottima polizia. Diciamo la verità: il merito è anche suo.
"Il merito è degli uomini e delle donne in divisa. Sono bravi da sempre. Il mio compito è metterli nelle condizioni di lavorare bene, garantire loro strumenti adeguati, sostegno e tutela".
Come andrà questo Capodanno sotto il
profilo dell'ordine pubblico?"Con attenzione alta. Più controlli, più prevenzione, più presenza sul territorio. L'obiettivo è uno solo: far festeggiare chi rispetta le regole e cercare di fermare chi le infrange".