La galassia dei politici di sinistra che hanno frequentato il filo Hamas Mohammed Hannoun, tratto in arresto dopo una maxi operazione della polizia di Stato, della Digos di Genova e della Guardia di Finanza è vasta e variegata. Dalla pentastellata Stefania Ascari, passando per l'ex grillino Alessandro Di Battista, fino al leader di Avs Nicola Fratoianni, il fedelissimo di Elly Schlein Marco Furfaro del Pd, così come Laura Boldrini del Pd e l'europarlamentare dei 5 Stelle Gaetano Pedullà. Ma, come abbiamo sempre sottolineato, provando a fare domande che non hanno mai trovato una risposta, sono proprio loro che lo hanno invitato all'interno dei palazzi istituzionali. Hanno tenuto con lui riunioni, convegni senza mai fornire delucidazioni sul legame che avessero con chi, oggi, con alcuni suoi stretti collaboratori avrebbe (secondo l'ipotesi accusatoria) costituito in Italia una cellula di Hamas e da molti anni opererebbero, per mezzo della A.B.S.P.P. (una delle associazioni di Hannoun), nella raccolta di fondi destinati in tutto o in parte a detta organizzazione terroristica. Ora Pd, M5S e Avs avranno qualcosa da dire? O continueranno nel loro silenzio? Un silenzio difficile da mantenere, soprattutto per chi aveva come motto quello della "trasparenza", ma che vede tra le proprie fila una deputata come la Ascari che è partita, insieme all'ex grillino Alessandro Di Battista, con l'associazione Abspp, oggi al centro dell'inchiesta della Procura di Genova. Dopo essere andati in missione in Libano, dal 10 al 15 gennaio 2023 e nel Sud della Turchia dal 15 al 20 gennaio 2023, si sono recati anche in Siria nel marzo 2023 chiedendo addirittura donazioni per l'associazione: "Se ne avete la possibilità vi invito a dare un piccolo aiuto, donando qualcosa e sostenendo l'associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese. Questa gente lotta per la sopravvivenza nell'indifferenza generale. Ogni mano tesa è vita per loro", scriveva il 27 Marzo del 2023 la pentastellata allegando i riferimenti bancari dell'associazione che secondo l'accusa rappresenta uno dei mezzi utilizzati da Hannoun per il finanziamento delle attività terroristiche per un ammontare complessivo di circa 7milioni di euro. Operazioni effettuate anche tramite bonifici bancari, appunto, o con altre modalità per mezzo di associazioni con sede all'estero, piuttosto che in favore di associazioni con sede a Gaza o direttamente a favore di esponenti di Hamas. E cosa dirà la relatrice speciale Onu che il 5 luglio a Lenno ha condiviso il palco con lui? Erano entrambi relatori, ma lei, oltre a dire di non sapere chi fosse Hannoun (molto strano visto il suo ruolo), non se ne è mai formalmente discostata. Così come Gaetano Pedullà, che invece di prendere le distanze da chi era ritenuto già dagli Usa una propaggine di Hamas in Italia, aveva attaccato l'inchiesta giornalistica, pur essendo ritratto accanto ad Hannoun mentre entrambi indossavano la kefiah. Ma c'è di più, perché sempre il 9 giugno Pedullà ricondivideva sul proprio profilo il video di un suo intervento durante una manifestazione organizzata dall'associazione dei palestinesi in Italia che fa capo proprio ad Hannoun. Ed è da quel palco che dice: "Il popolo palestinese è mio fratello. Noi del M5s abbiamo sempre detto che c'è un genocidio. Lo abbiamo sempre detto, lo diciamo e lo diremo. Io sono un parlamentare europeo eletto a Milano dal M5s e so anche da molti di voi". Ha quindi ammesso di sapere che la comunità islamica milanese vota per il M5s? Tra i paladini amici di Hannoun spicca anche la nota attivista Greta Thunberg, presente all'ultima manifestazione svoltasi a Roma sul carro accanto al giordano filo Hamas e al suo "compagno" di viaggio Thiago Avila, esponente della Flotilla brasiliana.
Tra gli incontri di Hannoun ce ne è anche uno con l'allora sottosegretario agli Esteri dei 5 Stelle, Manlio Di Stefano, avvenuto nel 2021. Il cerchio attorno al magico mondo dei ProPal si stringe e forse ora si vedrà il loro vero volto.