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La sfida di Piantedosi a Frontex e scafisti. Ma la sinistra insiste: offende Salvini e parla di stragismo

A nove giorni dalla tragedia di Cutro, il ministro dell'Interno Piantedosi si presenta in Parlamento per pronunciare la propria autodifesa

La sfida di Piantedosi a Frontex e scafisti. Ma la sinistra insiste: offende Salvini e parla di stragismo

A nove giorni dalla tragedia di Cutro, il ministro dell'Interno Piantedosi si presenta in Parlamento per pronunciare la propria autodifesa.

Le opposizioni lo processano, ne invocano le dimissioni, il vicesegretario Pd Provenzano chiede che il governo «venga indagato per strage colposa, esattamente come chiese nel 2015 Giorgia Meloni dopo il naufragio di Lampedusa». La maggioranza lo blinda, «ha la nostra fiducia», e punta il dito sulla cattiveria degli scafisti, a loro avviso unici responsabili del fenomeno epocale delle migrazioni. In serata il quarto scafista è stato rintracciato e arrestato in Austria: è un turco di 28anni. Sui banchi del governo il ministro è pressoché solo: c'è il leghista Calderoli, l'azzurro Zangrillo, il meloniano Ciriani. Un rappresentante per partito e basta: la Meloni, che pure è a Montecitorio per una cerimonia, si tiene alla larga dall'Aula e si limita a mandare il suo «plauso per la puntuale esposizione dei fatti». Salvini e Tajani hanno impegni. Nordio si ferma solo qualche minuto, alla fine tutto resta come prima, e l'acceso dibattito si riduce - come ammette il capogruppo della Lega Romeo - ad una «battaglia tra curve di ultrà», senza vincitori né vinti (a parte quelle decine di bare).

Piantedosi legge una puntigliosa relazione sugli eventi di quella notte, dice che Frontex non aveva segnalato «situazioni di stress a bordo», nega che ci siano state «influenze politiche» sui mancati soccorsi, assicura che le sue poco eleganti parole sui profughi che se la cercano sono state fraintese: «Mai avrei voluto colpevolizzare le vittime, sono stato male interpretato». Poi spiega: «Due unità navali della Guardia di finanza sono state costrette a rientrare per le pessime condizioni del mare, confermando un quadro di non criticità dell'imbarcazione».

Su questo punto dell'autodifesa del ministro puntano il dito le opposizioni: «Ma come, la Guardia di finanza deve tornare indietro per il mare grosso, e non viene attivata la Guardia costiera per andare a salvare i naufraghi?», chiede Matteo Renzi. E Elly Schlein ribadisce: «Non si capisce perché la barca avrebbe dovuto reggere condizioni del mare che nemmeno le imbarcazioni della Guardia di Finanza erano in grado di affrontare. E quindi: perché non è stato attivato l'intervento di soccorso in mare?». La domanda resta senza risposte. Che il pugno duro contro i migranti non funzioni «lo dimostrano i numeri degli sbarchi», ricorda da Iv Ettore Rosato: «5683 a marzo 2021, 5629 nel 2022, 14.639 oggi».

Come quasi sempre, i più surreali sono i grillini di Giuseppe Conte, che si strappano sdegnati le vesti per la crudeltà verso i naufraghi, e puntano il dito contro Matteo Salvini, che dovrebbe dimettersi e invece «scappa come un coniglio», dice Vittoria Baldini a Montecitorio (con Conte che si infila subito nell'inquadratura, sedendosi al suo fianco), e che «ha voluto la delega ai porti per continuare a spadroneggiare sull'immigrazione». Sorvolando allegramente sul fatto che il medesimo Salvini, all'epoca vice di Conte, spadroneggiava bloccando i porti anche allora, ma veniva applaudito dai grillini, premier in testa che si faceva fotografare sorridendo a 32 denti mentre sventolava fiero i salviniani decreti Sicurezza. «Le regole sul salvataggio in mare le ha riscritte il governo Conte», sottolinea Renzi, «e Piantedosi era capogabinetto dell'allora ministro Salvini». L'azzurra Licia Ronzulli ricorda a M5s: «Oggi ci accusate di punire le Ong che salvano i migranti. Ma anni fa eravate voi, con una proposta a firma Bonafede-Dadone, a chiedere che la polizia giudiziaria salisse su tutte le navi delle Ong».

Il centrodestra accusa la sinistra di «sciacallaggio» contro il governo: «Speculate sulle tragedie per chiedere le dimissioni dei ministri», lamenta il leghista Molinari. Contrattacca Renzi: «Dopo il naufragio del 2015 nel canale di Sicilia fu proprio Meloni a chiedere che io, in quanto premier, venissi indagato per strage: era un atto di sciacallaggio anche quello?». E la distanza tra opposte tifoserie si materializza visivamente quando il rosso-verde Peppe De Cristofaro ringrazia il presidente della Repubblica Mattarella per l'omaggio portato ai migranti morti, e tutte le opposizioni si alzano in piedi ad applaudire.

Mentre la maggioranza di centrodestra resta in silenzio, seduta.

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